La Francia, l’Unione Europea (Ue) e Reporter Sans Frontières si sono unite al coro di condanne contro la decisione del governo di transizione del Mali di avviare una procedura di sospensione delle trasmissioni internazionali di Radio France Internationale (Rfi) e del canale televisivo France 24, fino a nuovo ordine, su tutto il territorio nazionale.
La Francia ha denunciato “gravi violazioni della libertà di stampa” in Mali. Nello specifico ha espresso “preoccupazione per le gravi accuse di abusi che sono stati commessi nel centro del Paese, che sono stati documentati in modo indipendente e che non possono essere ignorati”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri francese, riferendosi a quanto denunciato da un rapporto di Human Rights Watch (Hrw) secondo il quale almeno 107 civili nel Mali centrale e sud-occidentale sarebbero stati uccisi, dal dicembre 2021, dall’esercito del Mali e dai gruppi islamisti armati.
“Abbiamo visto gli annunci fatti dal governo del Mali per sospendere Rfi e France 24. Lo consideriamo inaccettabile. Deploriamo questa decisione e le accuse infondate“, ha detto da parte sua Nabila Massrali, portavoce del capo della diplomazia europea Josep Borrell, in una conferenza stampa. Nabila Massrali ha notato che “attaccando la libertà di stampa, la libertà di informare e di essere informati, la giunta continua e conferma la sua corsa a capofitto”.
Anche Reporter Sans Frontières ha condannato la sospensione di Rfi e France 24, notando che “questo è un attacco alla libertà e all’indipendenza dell’informazione che priverà i maliani di importanti media e non farà che rafforzare l’ostracizzazione del Paese“.
La decisione di sospensione da parte del governo maliano segue la diffusione di accuse di abusi da parte delle forze armate maliane (Fama) effettuate, viene specificato in una nota della giunta, dall’Organizzazione Human rights watch (Hrw), da Rfi e da Michelle Bachelet, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo.
Nel documento il governo maliano respinge “categoricamente queste false accuse contro le Fama” annunciando di aver “avviato una procedura per sospendere fino a nuovo ordine le trasmissioni di Rfi e France 24 su tutto il suo territorio”.
Il portavoce del governo di transizione Abdoulaye Maiga ha condannato il ruolo di questi canali francesi, che ha accusato di aver “militato per la destabilizzazione della transizione, seminando il panico tra la popolazione pacifica”. Inoltre, il governo del Mali ritiene che “le azioni di Rfi e France 24 assomigliano, nel recente passato, alle pratiche e al ruolo infame della stazione radio +Mille Collines, che ha incoraggiato il genocidio in Ruanda nel 1994.
Human Rights Watch (Hrw) ha denunciato pochi giorni fa che almeno 107 civili nel Mali centrale e sud-occidentale sarebbero stati uccisi, dal dicembre 2021, dall’esercito del Mali e dai gruppi islamisti armati. Hrw ha quindi precisato in una nota che “entrambe le parti dovrebbero porre fine agli abusi e garantire il rispetto delle leggi di guerra, che sono applicabili al conflitto armato del Mali”.