Un tribunale egiziano ha condannato a morte 24 membri dei Fratelli Musulmani accusati dell’uccisione di agenti di polizia in due casi separati. Lo riporta il quotidiano statale Al-Ahram, che scrive che ieri il tribunale penale di Damanhour ha ordinato la pena di morte per 16 imputati affiliati ai Fratelli musulmani, tra cui Mohamed Sweidan, leader regionale dell’organizzazione, per il loro coinvolgimento nell’attentato contro un autobus della polizia a Città di Rashid, nel governatorato di Beheira, nel 2015.
L’esplosione uccise tre agenti di polizia e ne ferì altri 39.
La stessa Corte ha anche condannato a morte altri otto membri della Fratellanza Musulmana, accusati di aver ucciso un agente di polizia nel dicembre 2014 nella città di Ad Dilinjat, a Beheira. Il caso è stato archiviato per tre degli imputati a causa della loro morte.
Il quotidiano al-Ahram non ha chiarito se i verdetti sono definitivi o possono essere appellati. Tuttavia, l’organizzazione per i diritti umani Shehab ha sostenuto in un comunicato stampa che i verdetti sarebbero definitivi poiché sono stati emessi da un tribunale di emergenza. La pena capitale per i civili condannati in Egitto, il Paese più popoloso del mondo arabo, viene eseguita per impiccagione.