Le città del nord del Mali cadute sotto il controllo dei gruppi armati o vivono sotto l’assedio da parte dei loro miliziani stanno affrontando una grave carenza di beni di prima necessità, come medicinali essenziali, carburante e cibo, in un contesto in cui i problemi di approvvigionamento e di sicurezza stanno facendo levitare i prezzi.
Nel frattempo, continuano a intensificarsi i combattimenti tra le forze armate maliane, i loro istruttori russi del gruppo Wagner e i gruppi islamici o tuareg che si contendono i territori del nord del Mali. Per quasi due mesi, Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (Jnim, legato ad al-Qaeda) ha cercato di isolare completamente la storica città settentrionale di Timbuctù, impedendo l’arrivo dei rifornimenti: “Decine di camion carichi di cibo e merci arrivavano ogni giorno in città, ma ora, dopo l’assedio, non arriva più nulla”, ha detto Omar Sidi Muhammad alla Bbc, che vive in città e lavora come giornalista. La maggior parte dei rifornimenti arrivava a Timbuctù dalla Mauritania e dall’Algeria: “Il prezzo del cibo che arriva dai paesi vicini è raddoppiato” e i prodotti di base come zucchero, farina, olio e latte artificiale scarseggiano. “C’è una scarsità di carburante e il suo prezzo è aumentato dell’80%.”
Le Nazioni Unite stimano che almeno 33.000 persone siano fuggite da Timbuctù, che soffre anche degli attacchi missilistici e dei colpi di artiglieria lanciati dai gruppi islamisti.
Timbuctù è stata occupata dai ribelli tuareg in seguito a una rivolta dei separatisti nel 2012, ma questi sono stati rapidamente scacciati dai gruppi islamici legati ad al-Qaeda che, entrati in città e acquisitone il controllo, hanno imposto una forma rigorosa di Sharia. Dopo un anno di dominio islamista, le forze governative del Mali, appoggiate dalle truppe francesi, hanno ripreso la città.
Anche Gao, la città più grande del nord del Mali, a circa 320 km a est di Timbuctù, è sotto blocco da parte del Jnim: i miliziani hanno consolidato le loro posizioni, la città vive l’assedio con preoccupazione e secondo diverse testimonianze raccolte dalla Bbc le abitazioni dentro Gao soffrono di carenza energetica, con un’ora sola di corrente al giorno. Inoltre, l’economia della città, normalmente incentrata sul commercio con i vicini Niger e Algeria, è completamente devastata e le azioni del Jnim hanno costretto molti commercianti a lasciare la città.