Entro giugno, Kenya Electricity Generating Company (KenGen) inizierà a perforare tre pozzi geotermici nel sito di Galla Le Koma, nel centro di Gibuti. L’operazione, secondo quanto specificano i media locali, avrà un costo di 6,5 milioni di dollari.
I pozzi geotermici fanno parte di un impianto pilota che avrà una potenza di 15 MWe. L’obiettivo delle autorità locali è testare il potenziale geotermico della regione del lago Assal. Il progetto è finanziato dal Kuwait Fund for Arab Economic Development e dall’Arab Fund for Economic and Social Development (Fades) ed è sostenuto dalla Banca Africana di sviluppo (Afdb).
Attraverso questo programma, Gibuti inizia a sfruttare le sue risorse geotermiche che si presume siano rilevanti. Gibuti si trova infatti nel punto d’incontro di tre spaccature terrestri, vale a dire Mar Rosso, Golfo di Aden e dell’Africa orientale. Questo rende il piccolo Paese una terra vulcanica, brulicante di soffioni, fumarole, geyser e sorgenti termali. Oltre alla zona di Assal, anche la regione del Lago di Abbe è promettente.
Secondo Oddeg, un’organizzazione creata dal governo di Gibuti nel 2013, i due siti geotermici hanno un potenziale di 5.000 MWe, il cui sfruttamento porterebbe Gibuti tra i principali Paesi produttori di energia rinnovabile in Africa.