Il capo della giustizia del Ghana, Anin-Yeboah, attraverso una circolare, ha ribadito l’obbligo per i giudici e i magistrati di non contravvenire al codice di abbigliamento previsto durante le sedute in tribunale, codice che prevede la toga e la parrucca. “È importante notare che vestirsi in questo modo aiuta a preservare il decoro, la serietà e la formalità dei procedimenti giudiziari e l’importanza di una corretta amministrazione della giustizia”, si legge nella circolare.
Sotto la toga la circolare annotava che l’abbigliamento da indossare può includere: abito scuro o abito nero formale, tunica bianca o camicetta bianca, calzini scuri e scarpe nere.
La circolare incita giudici e magistrati a garantire che anche gli avvocati si rechino in tribunale abbigliati in modo consono. La questione dell’abbigliamento degli avvocati è stata sollevata dall’Ordine degli avvocati in una riunione del il Consiglio Giuridico Generale.
In realtà negli ultimi anni molte voci si sono levate contro l’abitudine di indossare toghe e parrucche, ritenendole un’eredità coloniale oltre che un costume poco adatto alle condizioni climatiche del Paese.
Nel 2019, una giudice della Corte suprema, Gertrude Torkornoo, aveva sostenuto la richiesta di una riforma nel codice di abbigliamento della magistratura che andasse in una direzione più consona rispetto ai valori e alle condizioni del Ghana.
Le ex colonie britanniche, tra cui Ghana, Kenya e Zimbabwe, continuano a rispettare il sistema legale del Regno Unito che richiede l’uso di parrucche e toghe per giudici e avvocati.
Nel 2019 il Malawi ha chiesto alla Corte costituzionale di sospendere l’uso delle tradizionali parrucche bianche e delle toghe.