A cinque anni dalla dell’epidemia che ha causato più di 11.000 vittime in Africa occidentale, il virus è riemerso in Guinea, a Gouecké, al confine con Liberia e Sierra Leone. Le vittime accertate, mentre scriviamo, sono cinque, ci sono poi dodici casi sospetti o confermati e 125 contatti identificati, di cui dieci nella capitale Conakry. Il bilancio ovviamente è temporaneo. Il governo ha mosso i primi passi per mettere in sicurezza l’area. E al telegiornale della sera della tv di stato sono state presentate le misure di risposta messe a punto dal governo, attualmente in vigore a Gouecké e a Nzérékoré, capoluogo della regione: divieto di mercati, raduni, cerimonie religiose, sepolture, istituzione di blocchi stradali e controlli sanitari. Le priorità per la risposta sono state fissate: impegnarsi al massimo per tracciare la catena di contaminazione; individuare i casi contatto di Gouecké a Conakry; incominciare a vaccinare. Le scorte di vaccini disponibili a Conakry sono scadute, ma l’Oms, ha spiegato il suo delegato a Conakry, Georges Alfred Ki-Zerbo, ha già predisposto l’invio di nuove dosi.
Il primo ministro Ibrahima Kassory Fofana è intervenuto su twitter: “Niente panico, rispettiamo le istruzioni sanitarie. L’Ebola sarà di nuovo sconfitto ”. La stessa cosa ha fatto il principale esponente del’opposizione. Cellou Dalein Diallo, presidente dell’Union des forces démocratiques de Guinée , ha scritto: “La recrudescenza dell’epidemia di Ebola nel nostro paese ci sfida tutti. Mobilitiamoci per contenere ed eradicare la malattia evitando gli errori del 2014 che avevano favorito la rapida diffusione della malattia facendoci registrare un pesante tributo”.