Il Parlamento tunisino ha detto «no» al governo del premier designato Habib Jemli. Sabato, dopo una lunga giornata di dibattiti, 72 membri dell’assemblea hanno votato a favore, 134 contro e 3 si sono astenuti.
Jemli è stato incaricato dal presidente della Repubblica il 15 novembre dopo essere stato designato come candidato ideale dal partito di maggioranza relativa Ennhadha.
Il compito di Jemli non è stato facile. Dopo aver chiesto la proroga di un mese di tempo, il 13 dicembre scorso, ed essere giunto a delineare una coalizione possibile, il premier incaricato ha dovuto incassare la defezione dei maggiori partiti: Attayar, Echaab e Tahya Tounes e il no di Qalb Tounes. Per riuscire a ottenere il voto positivo in assemblea, Jemli ha optare per un governo di «personalità indipendenti», e a un esecutivo «nazionale, integro e trasparente». Nell’esecutivo proposto al Parlamento, le donne erano rappresentate al 40%, con il ministro più giovane di 31 anni e il più anziano di 69. Ma ciò non è bastato.
Ora il presidente della Repubblica, Kais Saied, dovrà ora nominare un nuovo premier nel tentativo di uscire dallo stallo politico che dura ormai da tre mesi.