Il produttore di birra olandese Heineken ha intrapreso un cambiamento strategico nelle sue attività in Africa con l’acquisizione del produttore sudafricano di liquori Distell e della Namibia breweries, che gli consentirà di andare oltre il segmento della birra e rafforzare la sua presenza nel continente africano. Lo rivela il rapporto “Il business africano di Heineken” pubblicato alla fine di luglio e che ricorda che il marchio con la stella rossa festeggia quest’anno un secolo di attività nel continente.
Heineken inizia infatti la sua attività produttiva nella Repubblica Democratica del Congo dal 1923 grazie a Bralima (Breweries, Limonaderies e Malteries). Durante il periodo 2010-2020, il gruppo ha accelerato il ritmo della sua espansione in Africa e ha mostrato la sua ambizione di essere il numero uno in tutti i mercati in cui opera, aggredendo mercati che fino ad ora erano appannaggio di diverse major dell’industria della birra come Costa d’Avorio, Etiopia e Mozambico.
Attualmente il colosso olandese è il terzo attore nel mercato africano della birra con una quota di mercato pari a circa il 18%, dietro ai birrifici belga-brasiliani Ab Inbev e ai francesi Castel: con marchi come Amstel, Primus, Desperados, Mutzig e la sua omonima birra chiara, la birra più venduta in Europa, l’azienda ha filiali in 15 paesi africani.
Heineken detiene quote molto elevate in diversi mercati in diversi paesi, tra cui il Ruanda (oltre il 90% della quota di mercato della birra) e la Nigeria (70% della quota di mercato) ed è leader anche in altri mercati come Congo, Etiopia, Burundi. Secondo Dolf van den Brink, amministratore delegato del gruppo olandese, l’acquisizione di Distell e Namibia Breweries dovrebbe aggiungere alle attività africane un miliardo di euro di fatturato netto e un utile operativo di 150 milioni di euro.