In questi giorni si commemorano i trent’anni dal genocidio dei Tutsi in Ruanda, uno dei più atroci stermini di massa della storia dell’uomo, che iniziò la mattina del 7 aprile 1994.
Abbiamo chiesto a due cittadini di origine rwandesi – Francoise Kankindi e Jean Paul Habinimana di raccontarci quella pagina terrificante della storia. Per capire come sia potuto accadere e perché ancora oggi è più che mai necessario non dimenticare e mantenere viva la memoria.
Per approfondire, segnaliamo due libro da leggere: “Rwanda, la cattiva memoria. Cosa rimane del genocidio che ha lasciato indifferente il mondo” di Françoise Kankindi e Daniele Scaglione (Infinito edizioni) “Nonostante la paura. Genocidio dei tutsi e riconciliazione in Ruanda” di Jean Paul Habimana (Terre di Mezzo editrice).
Foto di apertura: L’immagine simbolo del genocidio: un uomo hutu sopravvissuto al genocidio mostra le ferite provocate da colpi di machete. La foto venne scattata da James Nachtwey, il 4 giugno 1994, all’ospedale della Croce Rossa di Nyanza
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Servizio a cura del direttore editoriale Marco Trovato
Crediti: La lista del Console (film documentario di Alessandro Rocca) e fonti varie Creative Commons