di Massimo Zaurrini
I dubbi con cui ieri mattina sono entrato a Palazzo Giustiniani per seguire il Vertice Italia-Africa e soprattutto la tanto attesa presentazione del Piano Mattei sono gli stessi che mi porto dietro ancora oggi. Una giornata intensa di lavoro e relazioni, di persona e al telefono, 10 ore di incontri e discorsi non sono bastati ad aiutarmi a capire qualcosa di più sul nuovo Piano italiano di collaborazione con l’Africa.
Provo a spiegarmi meglio: i punti emersi ieri durante il vertice e, sostanzialmente contenuti nel discorso di apertura tenuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, hanno aggiunto molto poco alle informazioni già in nostro possesso (e di tutti gli addetti ai lavori) da qualche mese. Mi riferisco soprattutto all’approccio politico, ai settori di interesse, all’ammontare stanziato. Si sapeva già che erano in cantiere alcuni progetti in paesi specifici, e si sapeva anche che alcuni di questi erano progetti già in pipeline da un po’ di tempo.
L’unica novità nero su bianco è stata la breve elencazione di alcuni progetti pilota fatta dalla Meloni nel suo intervento, quando, usando le stesse parole della Presidente, ha detto “mi limiterò a citarne alcuni, suddivisi nelle varie aree di intervento, perché sarebbe impossibile descriverli uno ad uno”. E se la scelta di non fare un elenco infinito in un discorso pubblico ed ufficiale è apprezzabile e condivisibile, lo è un po’ meno quella di non consegnare una lista, un foglio, una pagina scritta a chi ieri stava partecipando ai lavori.
Per mesi ci era stato detto che durante il Vertice sarebbe stato presentato il Piano Mattei. Beh ieri in sala stampa, o Media Centre, non è circolato un foglio, un documento. Nessuna lista dei progetti, nessuna lista dei paesi prioritari, nessuna spiegazione tecnica sull’utilizzo dei fondi e sulle modalità di operazione. Niente di niente, se non parole dette. Solo a tarda serata sul sito di Palazzo Chigi, è stato pubblicato un foglio word senza intestazione o riferimenti intitolato “I cinque pilastri del Piano Mattei” dedicato ai 5 settori individuati (Istruzione e Formazione, Agricoltura, Salute, Energia e Acqua).
Il 90% degli elementi del Piano emersi ieri al Vertice era già contenuto nel numero di dicembre di Africa e Affari, che viene chiuso in redazione alla fine di Novembre. Ecco perché stamattina, scorrendo le prime pagine di molti giornali, mi sono molto stupito di leggere titoli del tipo “Svelato il Piano Mattei”. Alle prime ore del giorno mi sono messo a chiamare colleghi, e amici presenti nelle delegazioni, per capire se ieri sera avevamo ‘bucato’ qualcosa. C’eravamo persi forse qualche documento che magari era stato consegnato alle delegazioni per poi arrivare a qualche giornalista? Dopo un’ora di telefonate, però, ho avuto la conferma che nessuno aveva informazioni aggiuntive.
Per dovere di cronaca, però, devo anche aggiungere che le prime reazioni a caldo raccolte tra le delegazioni africane alla fine del Vertice erano tutto sommato positive, che la presidente del Consiglio gode di stima e credito, e che anche le critiche mosse nel suo discorso da Moussa Faki non erano condivise da nessuno dei funzionari africani interpellati che anzi hanno apprezzato molto il fatto che i contenuti del piano saranno scritti insieme.
Il Piano Mattei, è stato detto più volte ieri, è un percorso che sarà puntellato da un’azione quotidiana, rendendo partecipi i Paesi africani. Questo è sensato. Meno sensata però è l’approssimazione che abbiamo visto nelle pieghe dell’evento di ieri e che più di una delegazione africana ha voluto condividere con noi: un’approssimazione che ha rasentato il disagio diplomatico nelle modalità di accoglienza delle varie delegazioni (capi di Stato accolti in aeroporto da giovani e volenterosi ‘focal point’, ma non da autorità…), o l’approssimazione di carte e documenti che sono state fatte circolare quasi sempre con la dicitura bozza e non in versione definitiva. Il Piano Mattei sulla carta è un Piano che può servire all’Africa, all’Italia e all’Europa, ma serve sicuramente maggiore chiarezza.