Gruppi armati islamisti, ma anche tuareg. E’ composita la mappa dei gruppi armati operanti nella zona, al confine con Algeria e Niger, del sequestro dei due italiani in Libia. Ci sono i guerriglieri di Al Qaeda nel Maghreb Islamico e quelli del gruppo Matibat al Mourabitoune, fondato dal famigerato terrorista algerino Mokhtar Belmokhtar. A est di Ghat, nell’area di Ubari, sono attivi i gruppi armati del popolo Tebu, una popolazione del Sahara, che vive a cavallo tra Libia, Ciad e Niger.
Nella zona ci sono anche le milizie dei nomadi Tuareg, in lotta con loro. Nonostante i tentativi di riappacificazione dell’Onu, Tuareg e Tebu si contendono da anni il controllo delle rotte del Sahara. Quanto all’Isis, nella zona ci sarebbero anche i jihadisti in fuga da Sirte, visto che da settimane la loro roccaforte e’ sotto l’attacco delle milizie di Misurata, alleate del governo di Tripoli. “Ufficialmente l’area di Ghat e’ sotto l’autorità del governo di accordo nazionale, ma la verità è che Tripoli non è in grado di controllare il terreno, che è gestito dalle milizie locali, osserva l’analista indipendente Heni Nsaibia. Il controllo del governo di accordo nazionale resta sulla carta, in realtà non vi è alcuna autorità. Lo stesso comportamento del governo di accordo nazionale appare, in generale, “molto confuso e apparentemente diviso”, aggiunge l’analista. Mattia Toaldo, analista sulla Libia dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr) a Londra, sottolinea che “in questa parte di Libia jihadisti sono anche gruppi del crimine organizzato, ma solitamente non hanno interesse a condurre operazioni militari in questa zona, che usano piuttosto come rifugio per attaccare in Algeria o altrove”.
(20/09/2016 Fonte: Agi)
Jihad
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