Secondo stime recenti a livello nazionale le infezioni da HIV in Uganda sono scese considerevolmente, grazie agli sforzi per la prevenzione e i trattamenti. Rimane però esclusa e duramente colpita una parte della società: le lavoratrici sessuali. A Kampala, una delle più grandi baraccopoli, dove il commercio sessuale è comune, un’ex prostituta, Deborah Nakatudde, ha fondato un’associazione in prima linea nella lotta contro il virus.
La lotta contro l’HIV in Uganda ha registrato dei numeri confortanti, almeno a livello nazionale. Come riporta africanews le infezioni sono scese al 5%, rispetto al 30% di tre decenni fa. Un risultato ottenuto principalmente con metodi di prevenzione come l’aumento dei test e dei trattamenti per l’HIV.
Ma tra le lavoratrici del sesso, il tasso rimane allarmante con poco più di una donna su tre che si ritiene abbia l’HIV.
Saving Lives Under Marginalization (SLUM) è il nome dell’associazione fondata da Deborah Nakatudde, ex prostituta, che oggi guida, con impegno e visione rivolta al futuro, campagne contro le malattie sessualmente trasmissibili tra le lavoratrici del sesso nelle baraccopoli di Kampala.
“Sentivo che, come comunità, avevamo bisogno di un riferimento dove esprimerci senza alcun giudizio. Un posto sicuro lontano da domande indiscrete”. Nakatudde collabora con le strutture sanitarie pubbliche di Kampala per effettuare test HIV e cure per le prostitute.
La lotta contro l’Hiv comincia dalla prevenzione e dell’educazione. La sua fondazione organizza attività di sensibilizzazione nelle baraccopoli per educare le lavoratrici del sesso sui metodi di prevenzione, come l’uso del preservativo o i farmaci per la profilassi pre-esposizione (PrEP), riporta la medesima fonte.
I numeri di donne coinvolte lasciano ben sperare: sono più di trecento ogni anno. Deborah ha portato una speranza in uno slum come Kampala, dove la lotta alla sopravvivenza è all’ordine del giorno.
Il governo ugandese ha in progetto di fornire il trattamento per l’HIV ad almeno il 95% di tutte le persone che risultano affette dalla malattia, riporta Africanews. Lo stesso obiettivo che si è prefissata Deborah Nakatudde, a fianco degli emarginati, così che i tassi di infezione tra le lavoratrici del sesso possano iniziare a diminuire come è successo nel Paese in scala più ampia.