Oltre 25 mila persone, tra queste 9 mila bambini, sono fuggite dalle violenze e dalle insicurezze della provincia del Kasai, nella Repubblica Democratica del Congo, e si sono rifugiate nella vicina Angola dallo scorso mese di marzo. Migliaia di minori, tra questi 200 privi di familiari, sono arrivati a due centri di accoglienza temporanei a Dundo, nel nord dell’Angola. Molti bambini sono stati testimoni di violenti attacchi e altri hanno riportato ferite gravi causate da proiettili o machete della milizia congolese Kamuina Nsapu. Questi scontri hanno causato oltre 400 morti, circa un milione di sfollati e migliaia di rifugiati. La tutela dei bambini, l’alimentazione, l’accesso all’acqua potabile e ai servizi sanitari, la prevenzione da malattie, sono tra le azioni immediate intraprese dall’Unicef.
L’organizzazione sta provvedendo alla fornitura di articoli per il trattamento dell’acqua, kit educativi e ricreativi per i più piccoli, farmaci contro la malaria e le malattie diarroiche, tende, coperte e materiali informativi come opuscoli per la prevenzione delle malattie. L’origine del conflitto deriva da una ondata di violenza esplosa a luglio del 2016 nel Kasai Centrale che si è estesa alle aree vicine, quando il Governo non ha riconosciuto l’autorità del leader della regione, Kamuina Nsapu. Ad agosto, Kamuina Nsapu è morto per mano dell’Esercito e, dinanzi al diniego di restituire il corpo del loro leader, i suoi seguaci hanno iniziato ad attaccare civili, militari e istituzioni statali. Ad aprile, il Governo ha consegnato il corpo di Nsapu alla sua famiglia, che nel frattempo ha nominato il suo successore, Kabeya Jacques Ntumba Mupala, nel tentativo di frenare la violenza, ma questa purtroppo continua.
(01/06/2017 Fonte: News.va)
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