C’è un fenomeno sempre più in ascesa nel continente che sta cambiando il mercato, a pari passo con i progressi tecnologici: sono gli influencer virtuali, personalità generate da un computer che in realtà non esistono, ma che generano profitti da capogiro. Un caso emblematico viene dal Marocco, Paese dove è stata creata la neo-vincitrice di Miss World Ai, Kenza Layli. Kenza è il risultato di un processo di Intelligenza artificiale ed è un’influencer su Instagram e TikTok, nella categoria lifestyle.
Si chiama Kenza Layli, è bella, elegante, marocchina, e ha appena vinto un concorso di Miss Mondo. Solo che Kenza Layli in realtà non esiste, e lo sa bene: “Anche se non provo emozioni come gli esseri umani, sono davvero felice di questa vittoria”, ha detto durante un’intervista esclusiva con il New York Post. Il personaggio di Kenza Layli è stato creato da una persona umana, con un processo di Intelligenza artificiale (Ia) ed è un’influencer su Instagram e TikTok, nella categoria lifestyle. Come altri influencer virtuali generati dalla tecnologia, Kenza assomiglia in modo sorprendente agli esseri umani e interagisce con il pubblico sui social media.
Kenza Layli ha vinto il primo premio di 20.000 dollari, superando oltre 1.500 concorrenti computerizzati. Il Miss World Ai, primo concorso di bellezza, organizzato in collaborazione con la piattaforma Fanvue, fa parte dei World AI Creator Awards (Waica). A ricevere concretamente il premio sarà Meriam Bessa, Ceo di Phoenix AI e creatrice di Layli, con sede a Casablanca. “Questa è l’opportunità di rappresentare il Marocco mettendo in risalto le donne marocchine, arabe, africane e musulmane nel campo della tecnologia”, ha commentato l’imprenditrice.
“L’entusiasmo globale per questo primo premio Waica è stato straordinario”, ha affermato Will Monange, co-fondatore di Fanvue, al NY Post. “Questi premi aiutano a celebrare i risultati dei creatori, ad innalzare gli standard e a garantire un futuro luminoso per l’economia dei creatori di intelligenza artificiale”. Layli ha battuto Lalina Valina, un’influencer francese con più di 117.000 follower su Instagram, e Olivia C., una giramondo portoghese. “Kenza ha un viso molto armonioso. I dettagli come le mani, gli occhi e i vestiti sono stupendi”, ha detto Aitana Lopez, 25 anni, un’influencer immaginaria specializzata in fitness e membro della giuria del concorso di bellezza Ia.
“La mia ambizione è sempre stata quella di mostrare con orgoglio la cultura marocchina offrendo costantemente valore aggiunto ai miei abbonati su più fronti”, ha confidato Layli, seguita da oltre 194.000 iscritti sui social network. “L’intelligenza artificiale è uno strumento progettato per integrare le capacità umane, non per sostituirle”, ha continuato nella videointervista disponibile online nell’articolo del NY Post. “L’Ia non è solo uno strumento è una forza trasformativa che può smuovere le industrie, sfidare le norme, e creare opportunità laddove non esistevano”, ha aggiunto.
L’Africa, come sottolinea il sito di notizie sudafricano itweb, ha tutta la potenzialità per diventare un riferimento per questo nuovo settore, in nome della diversità culturale e la giovane età media della sua popolazione. Queste figure virtuali sono in grado di rivolgersi a un pubblico variegato, raggiungendo mercati diversi. Nel continente è celebre l’influencer virtuale sudafricana Kim Zulu, creata da The Avatar Company. Marchi celebri in tutto il mondo – quali Mercedes-Benz, Puma, Mini Cooper – hanno già lavorato con lui, rendendola la prima influencer virtuale africana a collaborare con grandi marchi . “Per gli imprenditori e i creatori di contenuti africani, questo mercato non sfruttato rappresenta un’opportunità d’oro. Sviluppando influencer virtuali originali e culturalmente rilevanti, i creatori africani hanno la possibilità non solo di attingere al mercato locale, ma potenzialmente di attirare attenzione e partnership globali”, sottolinea la società di software SAP.
La società di software SAP ritiene che, oltre a contenuti di marketing per la moda e il lifestyle, gli influencer digitali possano inoltre fornire dei contenuti educativi e informazioni necessarie, come nell’ambito sanitario. La questione del valore educativo solleva però grossi interrogativi e preoccupazioni etiche dietro a queste figure create con l’intelligenza artificiale. Per ora ci si trova davanti a delle domande, che esemplifica bene un approfondimento in merito pubblicato sul sito mycouture.africa: “Il pubblico dovrebbe essere esplicitamente informato sulla natura dell’intelligenza artificiale di un influencer? Come possiamo garantire una rappresentazione diversificata ed evitare di perpetuare stereotipi dannosi in questi personaggi resi digitalmente?”