Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha votato all’unanimità a favore delle proposta di cambiare il mandato della missione Onu di peacekeeping in Sud Sudan per concentrarsi sulle protezione dei civili piuttosto che sulla costruzione dello Stato, a seguito di mesi di combattimenti.
Quando il Sud Sudan si è dichiarato indipendente dal Sudan, con il referendum di luglio del 2011, il Consiglio di sicurezza aveva stabilito una missione di peacekeeping con il mandato di “consolidare la pace e la sicurezza e aiutare a stabilire le condizioni per lo sviluppo”, oltre che di rafforzare la capacità del governo di “governare in modo efficace e democratico e stabilire buone relazioni con i suoi vicini”. A seguito dei primi combattimenti, scoppiati a dicembre, l’organo esecutivo dell’Onu ha aggiunto al mandato dei caschi blu quello di proteggere i civili, ma questa ultima risoluzione cambia nuovamente il mandato, proprio per rendere punto punto principale la protezione dei civili minacciati dalla violenza, scoraggiare le violenze contro i civili e stabilire un sistema di pre-allarme per rilevare potenziali violenze. Inoltre autorizza l’Onu a monitorare e indagare sugli abusi di diritti umani e a sostenere la consegna di aiuti umanitari.
In Sud Sudan sono scoppiati massicci combattimenti a dicembre, quando hanno cominciato ad affrontarsi le truppe leali al presidente Salva Kiir, di etnia Dinka, e quelle leali al suo ex vice presidente Riek Machar, di etnia Nuer. Kiir aveva rimosso Machar dall’incarico a luglio, accusandolo di avere provato a estrometterlo da potere con un colpo di Stato. Un primo cessate il fuoco fu stabilito a gennaio, ma fallì. Un secondo cessate il fuoco è stato stabilito il 9 maggio e ha portato a una fase di stallo nel Paese. Il bilancio degli scontri è di proporzioni enormi: migliaia di persone uccise; oltre 1,3 milioni di residenti costretti a lasciare le loro case, di cui fra 75mila e 85mila sono stati costretti a cercare rifugio nei campi di peacekeeping dell’Onu; e il rischio di carestia perché i coltivatori non possono seminare.
Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, e l’ambasciatrice Usa presso l’Onu, Samantha Power, hanno invitato Kiir e Machar ad applicare gli accordi di cessate il fuoco senza ulteriori ritardi e a risolvere la loro disputa. Dopo lo scoppio delle violenze a dicembre il Consiglio di sicurezza aveva temporaneamente innalzato il numero di caschi blu presenti sul campo a 12.500 soldati e 1.323 poliziotti. Con la nuova risoluzione quell’aumento è stato reso permanente, ma alla fine di marzo ancora in Sud Sudan erano stati dispiegati solo circa 7.700 militari e 1.035 poliziotti. – LaPresse/AP