Da gennaio, da quando si è intensificato il conflitto nell’est della Repubblica democratica del Congo, sono oltre 40.000 le persone rifugiate che sono fuggite in Uganda dalla Rdc. L’Uganda, che oggi secondo l’Unhcr (l’agenzia Onu per i rifugiati) ospita la più grande popolazione di rifugiati del continente africano, è sotto pressione a causa del massiccio afflusso di congolesi in fuga dai combattimenti, un flusso che “avviene nel peggior momento possibile” sostiene l’Unhcr, poiché l’Uganda sta affrontando anche l’arrivo di 70.000 rifugiati sudanesi a seguito dell’escalation del conflitto in Sudan. Attualmente il Paese ospita 1,8 milioni di rifugiati, di cui 600.000 congolesi, con circa 600 nuovi arrivi ogni giorno.
In tal senso, l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati ha lamentato le “capacità limitate” dell’Uganda nel gestire questa situazione: i centri di transito, in particolare a Nyakabande e Matanda, sono saturi e le precarie condizioni di vita sono aggravate dalla carenza di acqua e servizi igienici.
“Sempre più uomini viaggiano separati dalle loro famiglie per evitare di essere reclutati forzatamente dai gruppi armati” dice l’Unhcr in una nota ufficiale diffusa ieri, in cui denuncia anche che, da gennaio, sono almeno nove i bambini sotto i cinque anni morti di anemia dovuta alla malnutrizione: uno dei problemi, infatti, è riuscire a sfamare tutti questi rifugiati, che non hanno possibilità di lavorare o procurarsi cibo in autonomia.
Centri di accoglienza come Nyakabande sono sovraffollati: questo centro ora ospita più di 7.000 rifugiati, sei volte la sua capacità, in un contesto di mancanza costante di risorse. Manca anche il personale addetto alle registrazioni e ai trasporti, il che contribuisce alla congestione dei centri.