Si tiene oggi a Nairobi, in Kenya, la marcia di protesta contro la detenzione di Kizza Besigye e di altri prigionieri politici in Uganda. Come precisa Amnesty International in una nota, l’evento, inizialmente previsto per il 21 febbraio, è stato riprogrammato per oggi con due appuntamenti: alle 10 presso Aga Khan Walk – National Assembly e alle 14 a Riverside Square, presso l’Alta Commissione ugandese a Riverside Drive, Kileleshwa, Nairobi.
Le organizzazioni promotrici dell’iniziativa hanno comunicato che il rinvio della manifestazione è stato deciso per permettere ai tribunali ugandesi di esaminare le richieste della società civile, della comunità dell’Africa orientale, del Commonwealth e della comunità internazionale, chiedendo un processo equo, il rilascio immediato dei prigionieri politici e il rispetto dei diritti umani in Uganda.
I promotori della protesta hanno rinnovato l’appello alla partecipazione di tutti coloro che si oppongono alla detenzione di Besigye, Obeid Lutale, l’avvocato Eron Kiiza e altri cittadini ugandesi incarcerati per motivi politici. La marcia pacifica culminerà con la presentazione di una petizione al Parlamento keniano e all’Alta Commissione ugandese per sollecitare l’intervento delle istituzioni.
Il 16 novembre 2024, Kizza Besigye, noto leader dell’opposizione ugandese, è stato rapito a Nairobi, in Kenya, mentre partecipava al lancio di un libro. Successivamente, è stato trasferito in Uganda e detenuto in una prigione militare a Kampala. Il 20 novembre, è comparso davanti a un tribunale militare, dove è stato accusato di possesso illegale di armi da fuoco e di aver cercato supporto militare all’estero per destabilizzare il governo.
Nonostante una sentenza della Corte Suprema ugandese del 31 gennaio, che ha dichiarato incostituzionale il processo di civili nei tribunali militari, le autorità hanno continuato a trattenere Besigye. In segno di protesta, il leader dell’opposizione ha iniziato uno sciopero della fame l’11 febbraio, causando un deterioramento significativo della sua salute. Il 16 febbraio, il governo ha annunciato l’intenzione di trasferire il suo caso a un tribunale civile, ma Besigye rimane in custodia.
La detenzione di Besigye ha suscitato indignazione sia a livello nazionale che internazionale. Il Commonwealth ha esortato le autorità ugandesi a rilasciarlo immediatamente, affermando che la sua incarcerazione mina la democrazia e i diritti umani nel Paese. Amnesty International ha richiesto il suo rilascio, citando violazioni dei diritti umani e preoccupazioni per la sua salute.