Il testo di legge sugli agenti stranieri che sta preparando il parlamento della Repubblica centrafricana fa già discutere prima ancora che approdi in Aula, con forti preoccupazioni da parte della società civile, delle Ong, dei media e dei partner internazionali di Bangui che temono si tratti di una norma unicamente a scopo liberticida.
Il testo sarebbe dovuto approdare in aula, in Parlamento, già venerdì scorso ma il giovedì precedente la Commissione Affari costituzionali dell’Assemblea nazionale, incaricata di esaminare il testo, l’ha rimandato al governo per “ulteriori informazioni”. Una versione del testo tuttavia, circolata sui media, definisce agenti stranieri quegli individui (non importa se stranieri o cittadini centrafricani) che beneficiano di “sostegno o assistenza forniti da fonte straniera” e tra questi vi sono anche coloro svolgono attività politica, di raccolta di informazioni militari e tecniche o colpevoli di diffondere “messaggi insurrezionali” e che, più in generale, “contribuisce all’indebolimento della sovranità e dell’integrità dello Stato”. La legge prevede che gli agenti stranieri, in particolare “quelli delle missioni diplomatiche e consolari”, si registrino presso le autorità e forniscano ogni sei mesi resoconti sui loro programmi e sulle loro “attività nei media nazionali”. La scorsa settimana Maxime Balalou, portavoce del governo, in una conferenza stampa ha giustificato la necessità di tale legge per proteggere “il Paese” da infiltrati, che spesso lavorano per Ong e sono “ex-soldati”.
La legge sugli agenti stranieri della Repubblica centrafricana ricalca altri progetti legislativi simili: in Russia una legge simile è stata adottata nel 2012 e, negli anni successivi, lo stesso progetto è stato riprodotto in Paesi come Georgia, Kirghizistan, Nicaragua e Ungheria. Tuttavia, è già stata pubblicata una petizione che chiede il ritiro del “liberticida” testo di legge centrafricano, firmata da 44 organizzazioni ombrello di associazioni nazionali e presentata giovedì all’Assemblea nazionale.