L’eliminazione graduale dell’allevamento di animali selvatici e il divieto di utilizzare i leoni a fini commerciali in Sudafrica hanno suscitato preoccupazioni in molti allevatori di grandi felini circa le loro prospettive commerciali. Nel 2022 un gruppo di lavoro ministeriale nominato dall’ex ministro dell’ambiente, Barbara Creecy, ha raccomandato la chiusura del settore dell’allevamento, ma non ha fornito incentivi finanziari ai proprietari di leoni. Il governo ha implementato le raccomandazioni ad aprile, senza però fissare una scadenza per la cessazione dell’allevamento.
In Sudafrica vivono in cattività oltre 8.000 leoni, la popolazione di leoni in cattività più grande al mondo, che supera addirittura quella selvatica. Willie Le Roux, proprietario di un lodge di caccia e ricercatore sulla riproduzione artificiale della fauna selvatica, ha recentemente dichiarato che il suo lodge è coinvolto nella ricerca sulla riproduzione artificiale con università locali e internazionali dal 2006 e che nel 2017 ha prodotto i primi cuccioli di leone tramite inseminazione artificiale.
“Il governo non può avere entrambe le cose: non può darci il permesso per la ricerca, ma poi tagliarci le entrate”, ha affermato Le Roux.
Il suo lodge consente ai turisti di partecipare a passeggiate didattiche guidate con i leoni, il che, a suo dire, contribuisce a pagare i suoi dipendenti e a finanziare il centro di ricerca. Asini Sanadi, un addestratore di animali che lavora presso il lodge di Le Roux da 14 anni, ha affermato che porre fine all’allevamento di grandi felini danneggerebbe l’economia e annullerebbe numerosi posti di lavoro.
Il rapporto del dipartimento ha incoraggiato i proprietari degli allevamenti ad abbandonare volontariamente il settore praticando l’eutanasia o la sterilizzazione degli animali, oppure consegnandoli al governo affinché vengano liberati in natura o trasferiti in rifugi. “Le organizzazioni per la conservazione potrebbero ridistribuire fondi e risorse attualmente destinati all’industria dell’allevamento in cattività per sostenere veri e propri sforzi di conservazione”, ha affermato Fiona Miles, direttrice dell’organizzazione per il benessere degli animali Four Paws in Sud Africa.
Le comunità che circondano le riserve naturali e i parchi nazionali potrebbero riscontrare guadagni economici se il turismo aumentasse, ha affermato Miles.