Con l’intensificarsi del conflitto tra Israele e Hezbollah in Libano, la situazione per i migranti etiopi nel Paese si fa ogni giorno più drammatica. Dall’inizio delle ostilità nell’ottobre 2023, i bombardamenti notturni e le azioni militari hanno avuto un impatto devastante sulle comunità locali e sui migranti, tra cui gli etiopi.
Secondo Banchi Yimer, fondatrice della Ong Egna Legna Besidet, molti migranti si sono rifugiati in chiese o da parenti per fuggire agli attacchi, ma la situazione è particolarmente critica per i lavoratori domestici etiopi, che sono stati spesso abbandonati dai loro datori di lavoro, alcuni fuggiti dal Paese. Le aree a maggior concentrazione di migranti, come Sabra, Dahieh e Hadath, sono tra quelle più colpite dagli attacchi aerei, aumentando la vulnerabilità di queste persone, molte delle quali non hanno documenti regolari.
In questo contesto, i migranti etiopi si trovano senza accesso a risorse essenziali, come rifugi e aiuti umanitari, che vengono prioritariamente assegnati ai libanesi. Inoltre, alcune chiese che in passato ospitavano rifugiati ora assistono solo i cittadini libanesi, escludendo molti migranti, compresi gli etiopi. Le difficoltà sono ulteriormente amplificate dalla discriminazione crescente e dalla mancanza di spazi sicuri.
Nonostante le difficoltà, il governo etiope ha avviato iniziative di rimpatrio, con l’ambasciata a Beirut che offre rifugio e ha istituito una linea telefonica per l’assistenza. Recentemente, 51 etiopi sono stati rimpatriati ad Addis Abeba, e altri sono in attesa di rientrare in patria. Tuttavia, la situazione per i migranti rimasti in Libano rimane altamente precaria, con risorse e aiuti umanitari sempre più limitati.
Conflitti e cooperazione. Riflessioni sulla crisi mediorientale nell’ottica della cooperazione internazionale
Per approfondire consigliamo la partecipazione all’incontro “Conflitti e cooperazione. Riflessioni sulla crisi mediorientale nell’ottica della cooperazione internazionale” organizzato da Celim, Ong milanese attiva con progetti di sviluppo in Africa, Medio Oriente e Balcani, il 18 ottobre (ore 18) nel teatro del Pime a Milano, in via Mosè Bianchi 94. L’iniziativa, nata per celebrare il 70° anniversario della nascita della Ong milanese, intende essere un momento di dibattito e confronto su una delle regioni più scosse dai conflitti e dall’instabilità.
Il programma prevede gli interventi del politologo Vittorio Emanuele Parsi, della giornalista Cecilia Sala e di André Haddad, direttore Corpus Holy Land – Gerusalemme. Modera: Alessia De Luca Tupputi, responsabile Daily Focus and Online Publications presso Ispi.
L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria scrivendo a celim@celim.it.
Il convegno coincide con il lancio di una campaga di raccolta fondi a favore degli sfollati libanesi. “La guerra ha investito il Libano provocando morti e costringendo migliaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni – spiegano i responsabili della Ong -. Celim, che da anni opera nel Paese dei Cedri, non può rimanere indifferente. Abbiamo quindi lanciato una raccolta fondi per prestare un soccorso immediato alle popolazioni sfollate a Beirut e nel Governatorato di Nabatieh, Municipalità di Hasbaya”. Le donazioni possono essere fatte attraverso il sito www.celim.it.