a cura di Stefania Ragusa
Kevin Ochieng Okoth affronta, in questo libro, le fallacie dell’afropessimismo di Jared Sexton e Frank B. Wilderson III, e dell’irriducibile e statica contrapposizione tra nerezza e non nerezza che lo contraddistingue, per riprendere un tassello di storia africana apparentemente rimosso: lo spirito di Bandung e le politiche rivoluzionarie e anticoloniali del Continente ispirate al marxismo. Figure come Eduardo Mondlane, Amílcar Cabral, Walter Rodney e Andrée Blouin – osserva l’autore – avevano immaginato un futuro decolonizzato che è stato pesantemente tradito, violentemente represso ma non irreversibilmente perduto: con i dovuti aggiustamenti, è la sua tesi, l’Africa rossa può ancora indicare una strada comune. Provocatorio e polemico, Red Africa sonda i limiti dei discorsi contemporanei degli studi sui neri e torna alle storie trascurate del marxismo nel continente, trovando spunti e risorse per tracciare nuovi futuri emancipatori.
Red Africa di Kevin Ochieng Okoth, Meltemi, 2024, Pp. 172 €