Nel continente africano si parlano migliaia di lingue, a loro volta adottate da milioni di persone, che spaziano dalle cosiddette lingue locali a quelle inglobate dai colonizzatori. Negli ultimi tempi sono sempre più in voga i programmi di intelligenza artificiale, come ChatGpt: ma quest’ultimi hanno un grosso limite: non conoscono le lingue africane. Uno svantaggio che un’innovativa startup sta tentando di superare.
ChatGpt, software di ultima generazione che sa rispondere alle domande e conversare, è l’intelligenza artificiale realizzata dall’organizzazione OpenAI. Benché riesca a fornire tantissimi servizi, presenta ancora una grossa lacuna: non conosce le lingue del continente e non è l’unica intelligenza artificiale a presentare questa problematica. Una mancanza che potrebbe pesare a lungo termine per chi non utilizza l’inglese o il francese.
Per rispondere a questa esigenza che riguarda migliaia di persone, l’innovativa startup Lelapa Ai ha sviluppato Vulavula, che significa “parlare” in Xitsonga , un nuovo strumento di intelligenza artificiale che converte la voce in testo e rileva nomi di persone e luoghi nel testo scritto (utile per riassumere un documento o cercare qualcuno online) in tre lingue africane: afrikaans, isiZulu e sesotho. Vulavula
Un inizio significativo, che non si ferma qui. La società sta attualmente lavorando su altri idiomi dell’Africa subsahariana.
Questa nuova intelligenza artificiale funziona sia da sola sia per integrare quelle esistenti. La sua presenza è fondamentale dal punto di vista economico e sociologico. Non riconoscere le lingue crea un disservizio per la popolazione africana che di fatto è esclusa sia simbolicamente, ma anche sul piano delle opportunità lavorative ed economiche, spiega Moiloa, CEO e cofondatore di Lelapa, intervistato da technologyreview.com. L’inclusione linguistica permette di accedere alle migliaia di opportunità e facilitazioni di cui è capace la moderna intelligenza artificiale.
L’Africa ha una varietà linguistica tra le maggiori al mondo, un terzo delle lingue mondiali è africana, contro il 5 per cento della popolazione globale che parla inglese che, nonostante ciò, domina il mercato delle intelligenza artificiale, sottolinea il Ceo.
La strada verso una maggiore inclusione linguistica delle lingue africane è già iniziata dal 2020, quando il servizio di Google traduttore ha introdotto per la prima volta cinque tra le lingue più parlate del continente. Un iniziale svolta che però deve poter contare sull’intelligenza artificiale, che si presume più accurata e meno lacunosa nelle traduzioni, secondo i ricercatori.