di Claudia Volonterio
Il continente africano può vantare una ricca biodiversità, ospitando circa un quarto delle specie animali e vegetali del pianeta. Una ricchezza oggi più che mai a rischio per i cambiamenti climatici, la deforestazione e i conflitti che hanno ripercussioni anche sulla fauna. Il Sudafrica è al 20° posto nella lista dei paesi con le specie più a rischio di estinzione, secondo uno studio intitolato Red List Nations. Quali sono le specie africane classificate più a rischio?
Secondo la Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il rinoceronte nero, originario dell’Africa orientale e meridionale, è considerato in grave pericolo di estinzione. Secondo la IUCN, nel 2021 erano solo 6.195. Il rinoceronte bianco settentrionale è una delle due sottospecie di rinoceronte bianco. Vive nelle praterie di erba alta e nella savana. Secondo le stime dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), questi animali sono probabilmente estinti allo stato selvatico: nel marzo del 2018 rimanevano solamente tre esemplari (2 femmine e 1 maschio) ancora in vita, di proprietà dello zoo di Dvůr Králové, in Repubblica Ceca, ma trasferiti in Kenya dal 2009.
Secondo il WWF tra le specie più a rischio troviamo il gorilla di montagna è una sottospecie del gorilla orientale, questa specie vive nelle foreste della Repubblica Democratica del Congo, del Ruanda e dell’Uganda. I gorilla si trovano nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura. Bracconaggio, perdita di habitat dovuta al disboscamento e allo sviluppo agricolo, guerre e malattie tra le maggiori motivazioni.
Classificato come specie a rischio figura anche l’ippopotamo. Considerato una specie iconica dell’Africa. La sua sopravvivenza è messa in pericolo dal commercio internazionale di sue parti come zanne, denti, pelli, teschi e trofei. Gli attuali livelli di sfruttamento legale e illegale porteranno a un declino della popolazione selvatica.
Uno degli allarmi maggiori riguarda però l’elefante. Negli anni ’70 – riporta il sito Earth.org, il continente africano ospitava 1,3 milioni di elefanti. Oggi quel numero è crollato a meno di 30.000 in natura. Distruzione dell’habitat, conflitti uomo-natura, commercio illegale delle zanne di elefante, tra i motivi maggiori di pericolo.
Se gli animali sopracitati risultano quelli più comunemente conosciuti come specie a rischio, il numero e le specie sono molte di più. Una specie poco conosciuta ma a forte rischio di estinzione è per esempio è il lupo etiope (foto di apertura) è il carnivoro più a rischio di estinzione dell’Africa e l’unica specie di lupo del continente. Riconoscibile per il bellissimo mantello rossastro, è in pericolo per la distruzione dell’habitat e per alcune malattie infettive che può incorrere in altre specie.
Da non dimenticare il pangolino. I pangolini, conosciuti come i guardiani della foresta, proteggono gli ecosistemi locali dalla distruzione delle termiti. Le loro tane creano habitat riproduttivi e rifugi per altri animali. I pangolini sono i mammiferi più trafficati al mondo e l’Africa centrale sta emergendo come una zona calda della caccia e del contrabbando di questi animali.
Tra gli animali più iconici del continente spicca sicuramente la giraffa. Anche questo splendido animale protagonista di molti safari sta diminuendo di numero, riporta il sito safaribookings.com. Il numero di questi altissimi esemplari sta calando per cause molteplici, tra cui la caccia illegale, la perdita dell’habitat e il conflitto con l’uomo.
I pinguini, iconici animali goffi sulla terraferma ma alquanto veloci in acqua, rischiano piano piano di scomparire dalle coste sudafricane, come dimostrano gli allarmanti numeri degli ultimi esemplari rimasti. Un brusco calo dell’ottanta percento, molto preoccupante se si pensa al ruolo di questi animali per il mantenimento di un ecosistema marino. La sofferenza e la diminuzione degli animali è sempre indicativa della salute ambientale.
Solo negli ultimi mesi tantissimi sono morti per gli eventi atmosferici fuori dalla norma causati dall‘emergenza climatica.