di Céline Camoin
È trascorso un anno dal violento assassinio del giornalista camerunese Martinez Zogo ma tante nuvole oscurano ancora la vicenda. La vittima non ha ancora avuto una degna sepoltura, e il corpo martoriato dalle torture subite giace ancora, sotto sigilli, presso l’obitorio.
Una ventina di sospettati sono imputati, tra cui personalità importanti come l’uomo d’affari Jean-Pierre Amougou Belinga, e l’ex numero uno dei servizi di intelligenze (Dgse) Leopold Maxime Eko Eko, ma non è stata ancora fatta chiarezza sui mandanti del crimine. La famiglia di Martinez Zogo, ancora in lutto, attende disperatamente che la giustizia faccia luce sulla vicenda. “A quando il processo?”, si interroga, in prima pagina il giornale La Meteo Bi-hebdo.
A dicembre è stato nominato un nuovo giudice istruttore, il terzo fino ad oggi, il colonnello Pierrot Narcisse Ndzie. Appena insediato, ha convocato e intervistato per lunghe ore un funzionario comunale, il sindaco del comune di Bibey, Martin Stéphane Savom. La sera dopo l’udienza, ha messo in detenzione il sospettato nella prigione principale di Yaoundé, per complicità di tortura. Il giudice ha anche condotto nuove udienze nei confronti di sospettati già incriminati.
La riqualificazione delle accuse come omicidio, richiesta in particolare dagli avvocati dei beneficiari di Martinez Zogo, non è ancora avvenuta. Tutti gli imputati restano perseguiti per “tortura”, “complicità nella tortura mediante aiuto” e “mancato rispetto delle istruzioni”, ricorda Rfi. Secondo fonti vicine alle indagini, i membri del commando che ha rapito Martinez, il 17 gennaio 2023, hanno ammesso di aver partecipato alla tortura del giornalista ma hanno dichiarato di averlo lasciato vivo dopo il loro delitto
Martinez Zogo era noto per il suo impegno nel denunciare la corruzione e l’appropriazione indebita finanziaria, in particolare quelle che coinvolgevano Amougou Belinga. Le sue trasmissioni hanno suscitato interesse e hanno attirato l’attenzione su questioni cruciali di governance.
Nell’entourage della vittima c’è chi non ha alcun dubbio sul fatto che Martinez Zogo sia stato assassinato perché denunciava, nell’ambito della sua professione giornalistica, le malversazioni e i saccheggi delle casse dello Stato da parte di alcune personalità.
L’identità dei sospettati arrestati e incarcerati e l’intervento dei più alti vertici dello Stato, come lo stesso presidente Paul Biya, in questa vicenda giudiziaria, ne fanno un affare di Stato, che dimostra tutta via numerose falle nel sistema e giri d’influenza che rallentano la giustizia.
“In questo caso, la direzione delle indagini nei confronti del tribunale militare di Yaoundé è opera della Presidenza della Repubblica del Camerun. Di fronte a tale giurisdizione, il Presidente della Repubblica – tramite il Ministro delegato alla Difesa – è di fatto il vero capo della Procura. Il giudice istruttore del tribunale militare di Yaoundé, che dispone legalmente di un termine massimo di 18 mesi per svolgere il suo lavoro prima di pronunciare l’archiviazione del caso o un ordine di rinvio ad un tribunale di prima istanza affinché possa essere organizzato un processo, è in realtà esecutore delle decisioni politiche prese a livello della Presidenza della Repubblica”, precisa l’ong Acat Francia, impegnata contro la tortura e la pena capitale.
Ad oggi persistono dubbi sulla sincerità dell’indagine condotta. “Le accuse [di complicità] attenuano la responsabilità dei sospettati e i documenti chiave finora non sono stati divulgati o sono stati rimossi dal fascicolo giudiziario”, hanno detto all’associazione Reporter Senza Frontiere (Rsf) diverse fonti vicine al caso. Calvin Job, avvocato della famiglia della vittima, continua a chiedere che venga effettuata una nuova perizia forense sui resti di Martinez Zogo per determinare con precisione gli atti di tortura subiti e cosa ha portato alla morte. Le due autopsie effettuate non sembrano essersi concentrate su questa ricerca essenziale.
L’indagine condotta ormai da più di dieci mesi avrebbe teoricamente permesso di stabilire la verità sulle circostanze e sui motivi di questo assassinio. È chiaro che ancora non è così.
Il corpo torturato di Martinez Zogo è stato ritrovato il 22 gennaio 2023 a Soa, un sobborgo di Yaoundé, capitale del Camerun. Cinque giorni prima, la sera del 17 gennaio, era stato rapito proprio davanti alla stazione della gendarmeria nel distretto di Nkol-Nkondi dove aveva cercato di rifugiarsi mentre era in macchina ed inseguito dai suoi futuri rapitori. La sua macchina vuota è stata trovata vicino al cancello. Il conduttore radiofonico è morto in condizioni di eccezionale crudeltà. Dopo il macabro ritrovamento del cadavere di Martinez Zogo, la gendarmeria ha aperto un’indagine, ma è stata presto sostituita da una commissione d’inchiesta mista polizia-gendarmeria, istituita su incarico del capo dello Stato, Paul Biya, e dipendente del tribunale militare di Yaoundé.