di Valentina Giulia Milani
La Gran Bretagna ha dichiarato di voler cedere la sovranità delle isole Chagos alle Mauritius in un accordo che, a suo dire, garantirebbe il futuro della base militare britannico-statunitense di Diego Garcia e che potrebbe aprire la strada al ritorno a casa delle persone sfollate decenni fa.
“Accordo storico” accolto con favore da esponenti politici di entrambi i governi ma accolto anche con sgomento per l’esclusione dalle trattative, con irritazione per il mancato rispetto del diritto all’autodeterminazione dei popoli, con interrogativi circa la fattibilità del processo di reinsediamento della popolazione nativa e con timori sugli equilibri geopolitici. Non sono poche le reazioni che si sono susseguite dopo l’annuncio della restituzione delle isole Chagos alle Mauritius dalla Gran Bretagna. Ma andiamo con ordine.
Il Regno Unito ha riconosciuto la sovranità di Mauritius sulle isole Chagos, compreso Diego Garcia. E’ quanto emerge da una dichiarazione congiunta di Mauritius e Regno Unito sull’accordo politico raggiunto il 2 ottobre tra i due Paesi, dopo un incontro tra Pravind Jugnauth e il suo omologo britannico, Keir Starmer.
Le isole Chagos, che comprendono una sessantina di isole e isolotti, sono principalmente disabitate, ad eccezione di Diego Garcia, dove si trova una base militare strategica gestita congiuntamente dal Regno Unito e dagli Stati Uniti. L’accordo, che assumerà la forma di un trattato, prevede che la base militare rimanga operativa e Londra manterrà l’affitto della base per 99 anni. Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha detto che il governo britannico ha assicurato il futuro della base militare “oltre a garantire la nostra relazione a lungo termine con Mauritius, uno stretto partner del Commonwealth”.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato di “storico accordo” che rappresenta “una chiara dimostrazione che tramite la diplomazia si possono superare sfide storiche”. Il ministro degli esteri di Mauritius, Maneesh Gobin, ha scritto su X: “È un giorno indimenticabile. Finalmente possiamo festeggiare la piena sovranità della repubblica di Mauritius su tutto il suo territorio”, ha aggiunto.
“Al di là della questione della sovranità, l’accordo apre la strada a una nuova era di cooperazione tra Mauritius e il Regno Unito in diversi settori chiave, tra cui lo sviluppo economico e la protezione dell’ambiente”, si legge sul sito di informazione mauriziano Lexpress.mu.
Molti chagossiani hanno però manifestato frustrazione e irritazione per la mancanza di consultazione del governo britannico con loro prima dell’annuncio. Chagossian Voices, un’organizzazione comunitaria per i chagossiani con sede nel Regno Unito e in altri Paesi in cui si sono stabiliti gli isolani, ha deplorato “l’esclusione della comunità chagossiana dai negoziati”, lasciandola “impotente e senza voce nel determinare il nostro futuro e il futuro della nostra patria”, si legge in una dichiarazione su X.
“Le isole Chagos – meno Diego Garcia e la sua base americana – stanno per essere cedute alle Mauritius senza il consenso democratico degli abitanti. Frutto di accordi segreti con il governo britannico, questa non è libertà, ma colonialismo sotto altre spoglie”, recita un altro post sul profilo X di Chagossian Voices.
Human Rights Watch ha chiesto che i chagossiani siano consultati sull’accordo. Clive Baldwin, consulente legale senior dell’organizzazione, ha affermato che l’intesa non “garantisce che i chagossiani possano tornare nella loro terra d’origine” e “sembra bandirli esplicitamente dall’isola più grande, Diego Garcia, per un altro secolo”. Baldwin ha chiesto consultazioni significative con i chagossiani. Se ciò non accadrà, Regno Unito, Stati Uniti e ora Mauritius saranno responsabili di “un crimine coloniale ancora in corso”, ha detto.
Intervistati da Bbc alcuni chiagossiani tresferitisi in Gran Bretagna hanno manifestato un certo entusiasmo al pensiero di poter fare ritorno, un domani, sulle isole. Il trattato che verrà messo a punto dovrebbe infatti chiarire tutti gli aspetti relativi alla gestione dell’arcipelago, compresi gli accordi di governance, i diritti di pesca e la protezione dell’ambiente. Dovrebbe inoltre permettere a Mauritius di attuare un programma di reinsediamento per i chagossiani sulle altre isole dell’arcipelago, ad eccezione di Diego Garcia.
Ma quella dei reinsediamento è una questione che solleva non pochi dubbi nei confronti dell’accordo dal momento che nel 2010 l’amministrazione britannica istituì una riserva protetta in gran parte dell’arcipelago e della zona marina competente, per un totale di 545.000 chilometri quadrati, con divieto di accesso e pesca. La zona protetta è sempre stata disabitata. L’unica zona abitabile è quella di Diego Garcia che però continuerà ad essere utilizzata per la base militare.
La creazione dell’area protetta è stata giustificata dalla presenza di un ambiente bio-marino unico. Una mossa letta anche come un tentativo per impedire un possibile ritorno della popolazione nativa deportata. Un telegramma segreto pubblicato da WikiLeaks rivelò le parole di un alto ufficiale britannico: “Gli ex-abitanti troveranno difficile, se non impossibile, continuare la loro battaglia per tornare nell’isola se l’intero arcipelago di Chagos diventasse una riserva marina”.
Un altro tipo di critiche giunge dagli esponenti di spicco del partito conservatore d’opposizione britannico, che aveva inizialmente avviato i colloqui mentre era al governo. Secondo il portavoce dei conservatori per la sicurezza, Tom Tugendhat, l’accordo mina gli alleati della Gran Bretagna e apre la possibilità che la Cina acquisisca un punto d’appoggio militare nell’Oceano Indiano. “Si tratta di una pericolosa capitolazione che consegnerà il nostro territorio a un alleato di Pechino”, ha dichiarato Robert Jenrick, il favorito per diventare il prossimo leader conservatore. Interrogato sulle preoccupazioni relative alla Cina, il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha risposto che “le disposizioni dell’accordo ci assicurano che saremo in grado di mantenere la sicurezza della nostra base”.
Del resto, i governi conservatori, soprattutto il loro ministro degli Esteri David Cameron, avevano sempre opposto resistenza all’idea della restituzione delle Chagos: ma l’arrivo al potere dei laburisti ha sbloccato la situazione. Il loro governo ha anche sottolineato come la rinuncia alla sovranità sull’arcipelago chiuda una potenziale rotta di immigrazione illegale verso la Gran Bretagna.
Il governo di Mauritius sostiene da tempo di essere stato illegalmente costretto a cedere le isole Chagos in cambio della propria indipendenza dal Regno Unito nel 1968. In seguito, la Gran Bretagna si è scusata per aver rimosso con la forza migliaia di isolani dall’intero arcipelago tra il 1965 e il 1973 e ha promesso di consegnare le isole a Mauritius quando non sarebbero state più necessarie per scopi strategici.
La Gran Bretagna, che controlla la regione dal 1814, nel 1965 ha staccato le isole Chagos da Mauritius – ex colonia divenuta indipendente tre anni dopo – per creare il Territorio britannico dell’Oceano Indiano.
Le Chagos facevano parte del gruppo di isole enclave del colonialismo occidentale insieme alla francese Mayotte, situata nel canale di Mozambico; La Réunion, sempre francese a est del Madagascar e le spagnole Ceuta e Melilla in Marocco.