Ha preso il via nei giorni scorsi un nuovo grande intervento trasversale di Medici con l’Africa Cuamm che interessa il distretto di Shire e si propone di rispondere ai bisogni sanitari della popolazione, stremata da un conflitto atroce. A circa 2 anni dagli accordi di pace, il Tigray presenta ancora una situazione umanitaria drammatica. Sono state 500.000 le vittime del conflitto e si contano oggi circa 1 milione di sfollati interni.
Grazie al sostegno del Governo italiano, Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con il Vis, dà il via a un nuovo grande intervento che interesserà l’intera regione, dall’ospedale ai centri di salute. Obiettivo principale: la riabilitazione dell’ospedale di Shire, riferimento per circa 2 milioni di persone, e delle 5 strutture sanitarie del territorio circostante, che offrono assistenza di base agli abitanti e agli sfollati interni (circa 1 milione), accolti all’80% dalle comunità e dalle famiglie della zona. Tante le componenti dell’intervento che permetterà di portare un sostanziale miglioramento nel sistema sanitario dell’intera regione.
Saranno effettuati importanti lavori di ristrutturazione e riabilitazione dell’ospedale di Shire e della neonatologia, in particolare, con il rinnovo dei punti di accesso dei pazienti e con la messa in funzione dell’impianto elettrico e di quello idraulico, per l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua, e lo smaltimento rifiuti, tutti pesantemente danneggiati durante il conflitto. Non mancheranno l’equipaggiamento e la fornitura di materiali sanitari, farmaci, reagenti di laboratorio e attrezzature diagnostiche (ecografi, rx). Parte integrante dell’intervento sarà anche la formazione del personale sanitario. Un grande intervento che sarà realizzato in collaborazione con il Vis, le autorità e le comunità locali (Tigray region), e reso possibile grazie al sostegno del Governo Italiano.
Accanto agli importanti lavori di rimessa in funzione dell’ospedale, il Cuamm sarà impegnato a riattivare e supportare i servizi di riferimento dai centri periferici verso l’ospedale per le emergenze sanitarie, con in particolare quelle ostetriche; fornire assistenza, anche psicologica, presso i centri di salute e le comunità sfollate; rafforzare i servizi di identificazione,trattamento e follow-up della malnutrizione acuta nei bambini e nelle donne in gravidanza. Un intervento fatto in collaborazione con le autorità e le comunità locali che intende assicurare inoltre sostegno alle donne e alle adolescenti, che hanno subito le maggiori violenze e atrocità.
Dai servizi nutrizionali all’assistenza al parto; dalla distribuzione di dignity kits per le donne in condizione di vulnerabilità, alla fornitura di servizi clinici dedicati a donne e adolescenti vittime di violenza: questi solo alcuni degli ingredienti dell’intervento. Nel programma è prevista, inoltre, una componente legata all’agricoltura e alla sicurezza alimentare, implementata dal Vis, che riguarderà la distribuzione di generi alimentari e la sensibilizzazione su buone pratiche da attuare.
Presenti all’evento di lancio, che si è tenuto venerdì a Shire Town, il presidente ad interim del Tigray Getachew Reda, l’ambasciatore italiano Agostino Palese, la direttrice di Aics Addis Abeba Isabella Lucaferri, il direttore del Tigray Regional Health Bureau dott. Amanuel Haile, il direttore sanitario dell’ospedale Suhul di Shire dott. Gebremedhin Atakilti, il direttore del Cuamm don Dante Carraro, insieme allo staff Cuamm direttamente coinvolto nell’intervento.
«È un grande onore e insieme una responsabilità per il Cuamm essere qui oggi a dare il via a questo nuovo intervento. Tre sono le parole che vorrei sottolineare: “quando”, oggi dopo anni di guerra, celebriamo la volontà e l’impegno a ricostruire la rete sanitaria della regione; “dove”: a Shire e l’area attorno a Shire con quasi 2 milioni di abitanti e 500.000 sfollati, è da qui che vogliamo iniziare la ricostruzione supportando 2 ospedali e 4 centri sanitari e infine come: “insieme”, siamo Medici con l’Africa e solo insieme alle autorità sanitarie a partire dal presidente ad interim del Tigray, che ringraziamo, possiamo riuscirci», ha detto don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm.
«I progetti lanciati e presentati quest’oggi testimoniano la nostra vicinanza alla popolazione del Tigray, ed in particolare alle sue fasce più bisognose Grazie all’impegno di straordinari partner come Cuamm e Vis ed al convinto sostegno delle autorità locali, puntiamo non solo ad offrire un aiuto concreto, ma anche a riportare speranza in una terra che ha molto sofferto e che merita pace, stabilità e prosperità» ha affermato l’ambasciatore Agostino Palese.
«La cooperazione italiana ancora una volta testimonia il suo impegno a favore dei gruppi più vulnerabili attraverso interventi concreti come la riabilitazione infrastrutturale e la formazione del personale, tutto questo per favorire l’accesso e la qualità delle cure, diritti fondamentali di ogni persona» ha aggiunto Isabella Lucaferri, direttrice Aics Addis Abeba.
«Il centro di questo intervento è garantire cure per mamme e bambini. Più miglioriamo e supportiamo i bisogni sanitari delle mamme e dei bambini e più aiuteremo lo sviluppo del Tigray, dove la guerra ci ha messo davanti a grandi sfide da affrontare – ha sottolineato il presidente ad interim del Tigray Getachew Reda -. Siamo fiduciosi che con l’aiuto di Cuamm e del Governo italiano riusciremo a ricostruire il sistema sanitario della nostra regione».
L’evento è stato anche l’occasione per presentare un’ulteriore componente dell’intervento mirata al rafforzamento delle cure neonatali che interesserà sia il Tigray, con l’ospedale di Shire, sia la capitale etiope, Addis Ababa, con il Black Lion Specialized Hospital. Un nuovo fronte di impegno che sarà al centro di un workshop in programma ad Addis Abeba, i prossimi 3 e 4 settembre, e che vedrà Medici con l’Africa Cuamm in prima linea in attività di cura, riabilitazione di Nicu (Neonatologie), fornitura di materiali ed equipaggiamento, oltre che di formazione a diversi livelli, il tutto realizzato in partnership con Uenps (Union of European Neonatal and Perinatal Societies) e con Eps (Ethiopian Pediatric Association) e, sempre, grazie al sostegno del Governo italiano.
Il contesto
Continua a essere drammatica la situazione in Tigray, dove il conflitto scoppiato il 4 novembre 2020 tra il Governo federale democratico dell’Etiopia e il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (Tplf) ha avuto un impatto devastante e atroce sulla popolazione, determinando una situazione umanitaria drammatica, ancora estremamente critica dopo oltre un anno dalla firma degli accordi di pace, nel novembre 2022. Le stime parlano di un numero complessivo di 600.000 morti e circa 1 milione gli sfollati interni. Sono 20,1 milioni gli individui che necessitano di assistenza alimentare e 17,4 milioni quelli che hanno bisogno di accesso ai servizi sanitari di base. L’86% delle strutture sanitarie (736 su 853) risulta danneggiato o distrutto. Il conflitto ha compromesso l’accesso alle cure per gran parte della popolazione, in particolare per le donne e i bambini. Alla fine del 2021, dopo i primi 13 mesi del conflitto, si è registrato un declino di accesso alle cure prenatali che sono passate dal 94% al 16%, e nelle visite post-natali dal 73% al 19%. Allo stesso modo, i parti assistiti da personale qualificato sono precipitati dall’81% al 21%. A causa del mancato accesso all’assistenza ostetrica, si è registrato un aumento dei decessi durante il parto e la mortalità materna, nel 2022, era di 840/100.000, circa tre volte tanto la media nazionale del 2020.
Infine, solo la metà dei 19.324 operatori sanitari registrati prima del conflitto ha ripreso il proprio servizio. Shire Indasilasse è una delle aree colpite più duramente dal conflitto. Saccheggi e distruzioni su larga scala hanno avuto ripercussioni durissime sull’erogazione dei servizi di base, per la popolazione in un’area che registra i più alti numeri di sfollati interni. Su oltre 400.000 persone che vivono nella zona, ben 324.000 sono sfollati. Nella città si contano 18 centri di accoglienza, di cui la maggior parte sono strutture scolastiche. La zona Nord-Ovest del Tigray, dove si trova la città di Shire, registra infine la percentuale più alta di strutture sanitarie distrutte.
MEDICI CON L’AFRICA CUAMM
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 9 paesi dell’Africa Sub-Sahariana (Angola, Costa d’Avorio, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con oltre 3.500 operatori sul campo, di cui 230 italiani. Appoggia 21 ospedali e 124 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria) 4 scuole per infermieri (in Sud Sudan, Uganda ed Etiopia) e 1 università in Mozambico.
Foto di apertura: Immagine di freepik