L’Africa sta perdendo miliardi di dollari ogni anno a causa dell’estrazione illegale dell’oro. Lo riporta l’agenzia di informazione economica Ecofin, che cita tra i motivi principali la mancanza di coordinamento tra i Paesi nella lotta a estrazione illegale e contrabbando, ma anche i confini porosi e la libera circolazione di persone e merci. Grazie a questi fattori, l’oro estratto in Mali, ad esempio, entra facilmente in Burkina Faso e poi in Togo, aggirando i canali ufficiali.
Secondo un rapporto dell’Intergovernment forum on mining (Igf), l’entità del contrabbando di oro nel 2019 è stata superiore ai 120 milioni di dollari per solo i tre Paesi golpisti della sottoregione dell’Africa occidentale, ovvero Niger, Mali e Burkina Faso. Oltre alla perdita di entrate per gli Stati, l’estrazione illegale dell’oro riempie anche le casse dei gruppi estremisti che operano nel Sahel: in Burkina Faso, ad esempio, i gruppi armati hanno fatturato circa 126 milioni di dollari dalle miniere d’oro tra il 2016 e il 2020.
Il rapporto della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), Lessons learned from west Africa’s regional experience in the gold sector, suggerisce di semplificare le pratiche burocratiche per i minatori.