Un canale tv dei Fratelli musulmani, Mekamelin, ha diffuso nei giorni scorsi la registrazione di una conversazione tra alti militari, nella quale questi ammetterebbero di aver “falsificato” prove contro l’ex presidente Mohamed Morsi, nel processo per spionaggio in favore di Hamas, per il quale è stata chiesta la condanna a morte.
Il dossier è stato inviato dal procuratore generale al tribunale militare, riferisce oggi l’agenzia Mena, che definisce la registrazione “fabbricata”. Le intercettazioni infatti, secondo l’agenzia ufficiale egiziana, sarebbero farse e costruite ad arte. Secondo la procura generale si tratta di “registrazioni e telefonate, attribuite a personaggi pubblici e dirigenti dello Stato, fabbricate e falsificate con l’uso di tecniche moderne, con l’obiettivo di seminare discordia, destabilizzare la sicurezza della società e influenzare i giudici incaricati dei processi ai vertici della formazione terroristica (tra cui Morsi, ndr)”.
“La Confraternita è in uno stato di sbando totale e utilizza i media, sostenuti da soggetti stranieri, e siti web sospetti”, sempre secondo la procura, che ribadisce “di proseguire il suo lavoro con totale indipendenza, autenticità e giustizia, e senza farsi influenzare dai conflitti tra le diverse correnti politiche”.
La magistratura egiziana mette infine in guardia dall’utilizzo e dalla diffusione di “informazioni false che mettono in pericolo l’interesse generale” dell’Egitto, pena “sanzioni penali”. (ANSAmed).