L’esperienza africana di Elena Gaffurini, 28 anni, inizia in Aiesec, la più grande associazione studentesca del mondo. Sei anni fa, neolaureata in economia aziendale, parte per Addis Abeba per avviarne la sede locale. «Un anno molto impegnativo, considerato che la leadership giovanile è un tema a dir poco sensibile per il governo». Si trasferisce quindi in Sudafrica per lavorare a un programma sociale di una multinazionale tedesca. L’interesse crescente per l’imprenditoria la spinge a lasciare l’ambiente corporate, a tornare in università per un Master alla Wits Business School e a proporsi come formatrice per imprese e start up africane. «L’Africa è un continente giovane, dove si respira ottimismo. Ci sono tantissimi problemi, ma ognuno cerca di sconfiggerli senza lamentarsi: insomma qui le cose cambiano davvero, l’economia cresce e le opportunità nascono proprio dai bisogni da soddisfare».
Dopo il matrimonio con Dauda, manager mozambicano conosciuto in Aiesec, si trasferisce a Maputo. Qui apre Dev Mozambique, una società di consulenza che prepara gli imprenditori locali a entrare in relazione con partner globali. «Siamo focalizzati su due settori: agroalimentare e biotecnologie. In ogni filiera ci sono enormi possibilità di creare valore – sottolinea la giovane bresciana –. Organizziamo l’evento locale di Future Agro Challenge, una business competition per l’innovazione nella catena alimentare, e vogliamo avviare il primo acceleratore per imprese mozambicane in questo settore».
Da poco più di un anno Elena è anche mamma. «Serve tanta organizzazione per conciliare i vari ruoli, ma qui tutti si aspettano che tu assuma almeno una persona a tempo pieno per fare i mestieri in casa e la baby-sitter, e questo ovviamente aiuta». Per il momento sta raccogliendo la sua esperienza di famiglia interculturale in un blog. L’ambizione è che tutto questo un giorno diventi un libro.
(Martino Ghielmi – vadoinafrica.com)