L’ex presidente egiziano, Hosni Mubarak, è stato scarcerato dalla prigione di Tora, al Cairo. Mubarak, stando alle immagini trasmesse in diretta dalla tv di Stato, è già stato trasferito presso l’ospedale militare di Maadi, sempre nella capitale egiziana.
Oggi la polizia egiziana ha arrestato uno dei portavoce dei Fratelli Musulmani, Ahmed Aaref. Lo hanno reso noto i media ufficiali, spiegando che il nuovo arresto tra le file della Fratellanza è scattato all’alba al Cairo, nel quartiere di Nasr City, nei pressi della piazza Rabaa al-Adawiya che ha ospitato per settimane le manifestazioni degli islamici. Aaref è stato trasferito sotto misure di massima sicurezza presso la prigione di Tora, dove è rinchiusa anche la guida suprema dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, oltre a molti altri esponenti del gruppo. Sono 75 gli esponenti dei Fratelli Musulmani arrestati in Egitto dal 14 agosto.
Intanto due militari egiziani sono rimasti uccisi in un attacco contro una pattuglia dell’esercito a Ismailiya, nel nord dell’Egitto. Secondo alcune fonti, un numero imprecisato di militari è rimasto ferito, alcuni in modo grave.
Per domani l’Alleanza nazionale per la difesa della legittimità, gruppo di partiti egiziani che sostengono il presidente deposto Mohamed Morsi, ha annunciato una grande manifestazione. Il nuovo ‘Venerdì della rabbia’ sarà un’occasione per protestare contro l’ordinanza di scarcerazione nei confronti del predecessore di Morsi, Mubarak, e per rinnovare la richiesta di reintegrare Morsi alla presidenza. “Rimarremo fermi finché questo sanguinoso golpe militare non sarà sconfitto”, si legge in una nota dell’Alleanza. Le manifestazioni cominceranno con una preghiera per i “martiri” nelle moschee di tutto il paese.
Mentre non vi sarà la tradizionale preghiera del venerdì in due moschee del Cairo, quelle di Rabaa al-Adawiya e Fath, teatro la scorsa settimana di scontri tra le forze di sicurezza e i Fratelli Musulmani. Lo ha stabilito il ministero degli Affari Religiosi egiziano, secondo cui i due siti religiosi rimarranno chiusi ai fedeli per consentire la riparazione dei danni provocati dalle violenze. Il ministro Mohamed Mokhtar ha assicurato che le moschee saranno riaperte al più presto in quanto sono tra le più grandi del Paese. – Adnkronos/