Attraverso il continente africano, con la sua straordinaria diversità culturale e geografica, il Natale assume molte forme, ma un elemento comune è lo spirito di comunità e condivisione. Sebbene la religione cristiana sia praticata in molte nazioni africane (assieme all’Islam, il cristianesimo è la fede più diffusa nel continente), le usanze natalizie variano enormemente da una regione all’altra, spesso combinando elementi cristiani con pratiche tradizionali. Che si tratti di canti sotto il cielo stellato del Kenya, di danze vibranti in Ghana o di solenni cerimonie in Etiopia, il Natale in Africa è un’esperienza che combina fede, cultura e gioia.
In Sudafrica, il Natale arriva nel pieno dell’estate australe, trasformandosi in una festa all’aperto. Le famiglie si riuniscono per pranzi al barbecue, detti braai, dove si condividono piatti come il pollo arrosto, l’agnello e dolci tradizionali come il pudding al malva. Le decorazioni natalizie adornano le case e i centri urbani, ma con un tocco esotico: al posto degli abeti innevati, si trovano alberi di jacaranda in fiore. Il clima caldo favorisce anche spettacoli musicali e canti natalizi eseguiti nei parchi.
In Ghana, il Natale è un momento di grande gioia comunitaria. Le celebrazioni iniziano settimane prima con spettacoli teatrali che raccontano la Natività, accompagnati da danze e musica tradizionale. Il 25 dicembre, le famiglie indossano abiti vivaci in stoffe di kente e si recano in chiesa per cerimonie gioiose, seguite da banchetti dove si servono piatti tipici come il fufu e lo stufato di arachidi. Una peculiarità è la sfilata di gruppi di danza per le strade, che trasforma le città in un tripudio di colori e ritmi.
In Nigeria, o meglio nel sud del Paese, dove il Natale è una delle festività più sentite, si celebra con una combinazione di tradizione e modernità. Le famiglie si riuniscono nei villaggi d’origine per trascorrere il periodo festivo insieme. Un’usanza diffusa è la preparazione di piatti tipici come il jollof rice e il pollo speziato, accompagnati da bevande locali. I bambini spesso si travestono in costumi tradizionali per partecipare a spettacoli di canto e danza. A Lagos, il Natale assume una dimensione urbana con luminarie spettacolari e concerti all’aperto.
In Kenya e Uganda, il Natale è profondamente legato alla spiritualità. Le comunità cristiane si riuniscono per lunghe messe che celebrano la nascita di Cristo, seguite da feste comunitarie dove ognuno contribuisce con cibo e bevande. Un elemento distintivo è il ruolo della musica: cori locali intonano canti natalizi in lingue tradizionali, creando un’atmosfera di gioiosa partecipazione. Nelle zone rurali, è comune che le celebrazioni si svolgano all’aperto, sotto grandi alberi decorati con nastri colorati.
In Etiopia e in Eritrea (foto sotto, courtesy Anthony Pappone), dove si segue il calendario giuliano, il Natale, chiamato Genna, viene celebrato il 7 gennaio. La festività è caratterizzata da una cerimonia religiosa intensa e solenne. I fedeli si riuniscono nelle chiese vestiti di abiti tradizionali bianchi, partecipando a lunghe messe che iniziano nella notte e terminano all’alba. L’atmosfera è resa ancora più suggestiva dalla luce delle candele e dai canti religiosi antichi, che risuonano nelle imponenti chiese scavate nella roccia, come quelle di Lalibela.
In Madagascar, il Natale è chiamato Noely e si celebra con un forte senso di condivisione. Le famiglie preparano banchetti abbondanti e visitano i vicini per scambiarsi cibo e auguri. Le chiese vengono addobbate con fiori tropicali, mentre i bambini mettono in scena rappresentazioni teatrali della Natività. Una tradizione unica è la decorazione degli alberi con frutti locali, simbolo di abbondanza e prosperità.
Nella Repubblica Democratica del Congo, nazione a cui si riferisce la foto di apertura, il Natale è vissuto con profonda spiritualità e allegria collettiva. Le celebrazioni iniziano con lunghe messe serali, animate da cori che cantano inni natalizi in lingue locali. Nelle città, le strade si riempiono di decorazioni luminose e di mercatini dove si vendono regali artigianali. Le famiglie si riuniscono per banchetti che includono piatti tradizionali come il mwamba (pollo in salsa di arachidi) e il saka-saka (foglie di manioca). Nei villaggi, la comunità si ritrova attorno a grandi falò per raccontare storie e condividere il cibo, creando un’atmosfera di profonda solidarietà.
Anche in altri Paesi a maggioranza cristiana, il Natale si distingue per la sua varietà culturale. In Angola, le celebrazioni includono processioni con canti e balli tradizionali, mentre in Zambia è comune scambiarsi piccoli regali simbolici accompagnati da momenti di preghiera. In Camerun, i cori natalizi sono spesso accompagnati da tamburi e strumenti tradizionali, che danno un tocco unico alla festività. In Malawi, oltre alle celebrazioni religiose, il Natale è un’occasione per attività comunitarie come la condivisione di pasti con i meno fortunati.
Foto di apertura: bambini congolesi a una recita natalizia a Kinshasa, courtesy Andrea Frazzetta