di Tommaso Meo
Molti negozi iniziano a chiudere e lasciare l’Egitto mentre il Paese è alle prese con un momento delicato della propria economia, schiacciata da inflazione e deprezzamento della valuta locale.
In questi giorni il gruppo Al Shaya, una società di vendita al dettaglio kuwaitiana, ha deciso di abbassare le serrande di alcuni dei suoi negozi in Egitto a causa della situazione economica del Paese, caratterizzata da deprezzamento della valuta locale – le sterline egiziane – dalle pressioni sui tassi di cambio e dall’elevata inflazione arrivata al 36,4 % a novembre 2023.
Il gruppo opera in Egitto da oltre vent’anni e conta un portafoglio di oltre 200 negozi. La decisione di chiudere alcuni dei suoi negozi rappresenta una grave battuta d’arresto per il gruppo e per l’economia egiziana. Il gruppo Al Shaya ha tuttavia affermato che continuerà a gestire i suoi restanti negozi in Egitto e che rimane impegnato nel mercato egiziano. La chiusura di alcuni dei punti vendita potrebbe intanto comportare la perdita di posti di lavoro e un calo della spesa dei consumatori.
Il gruppo Al Shaya ha inoltre annunciato che ritirerà il marchio Debenhams dall’Egitto, sia in termini di chiusura di negozi fisici che di attività di e-commerce, entro la fine di gennaio e fino a marzo. Debenhams è una catena britannica di grandi magazzini presente in Egitto da oltre due decenni.
Insieme a Debenhams, molti altri negozi verranno chiusi nella nazione nordafricanca, tra cui The Body Shop, Mothercare e Bankbury. Il gruppo ridurrà inoltre il numero di negozi che gestisce per conto di marchi come H&M, Victoria’s Secret, American Eagle e Bath & Body Works.
Il gruppo kuwaitiano è stato fondato nel 1890 ed è una delle aziende più antiche del Kuwait. È anche tra i maggiori gestori di punti vendita di famosi marchi i commercio al dettaglio in Medio Oriente. Gestisce oltre 4.000 negozi nella regione, da Dubai alla Turchia fino alla Russia. Dal lat digitale comprende oltre 100 siti web e app e impiega oltre 50.000 persone.
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