La guerra tra Israele e Hamas, i bombardamenti su Gaza, stanno provocando manifestazioni di massa enormi in tutto il Nordafrica, con l’Africa che è tra i continenti più critici, a livello sociale, governativo e di istituzioni regionali, con Israele.
Il bombardamento dell’ospedale al-Ahli di Gaza, che ha ucciso centinaia di persone, tra cui molti bambini, ha suscitato rabbia in diversi Paesi africani: in Tunisia, una enorme massa di manifestanti filo-palestinesi (le autorità dicono 20.000 persone) si è radunata davanti all’ambasciata francese nella capitale, Tunisi, condannando i paesi occidentali per il loro sostegno a Israele. Ieri mattina presto, il capo della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, in un comunicato stampa ufficiale ha accusato Israele di aver commesso un “crimine di guerra”, postando sui social media: “Non ci sono parole per esprimere pienamente la nostra condanna del bombardamento israeliano di un ospedale di Gaza, uccidendo centinaia di persone”.
Il ministero degli Esteri del Sudafrica ha rilasciato una dichiarazione simile: “Proprio come l’attacco di Hamas contro i civili in Israele è stato ripugnante, non ci sono parole per esprimere pienamente la condanna del Sudafrica del bombardamento israeliano dell’ospedale battista il 17 ottobre, uccidendo oltre 500 persone e ferendone oltre 1.000”.
In Marocco, il personale universitario ha dichiarato uno sciopero, che al momento coinvolge 32 atenei in tutto il regno nordafricano, in solidarietà con la popolazione di Gaza.
I partecipanti alla 20esima sessione dell’incontro ministeriale tra i paesi africani e quelli Nord africani, i cui lavori si sono conclusi ieri ad Algeri, hanno denunciato il silenzio della comunità internazionale di fronte alla tragedia vissuta dalla popolazione palestinese a Gaza. Il ministro degli Esteri algerino, Ahmed Attaf, riassumendo le conclusioni dell’incontro ha detto che “non c’è dubbio che il nostro mondo oggi abbia un disperato bisogno di difendere questi valori, poiché assistiamo a un ritorno alla logica della schiacciante minoranza che prende il sopravvento sulla maggioranza oppressa” e ha denunciato la “logica dei doppi standard di fronte ai crimini più atroci commessi contro un intero popolo, come il massacro che ha colpito il nostro popolo a Gaza, in un terribile silenzio internazionale”.
In Mauritania centinaia di persone hanno manifestato ieri e martedì davanti all’ambasciata americana di Nouakchott in solidarietà con Gaza.
Più in generale, diversi governi africani hanno espresso sgomento dopo il bombardamento sull’ospedale di al-Ahli a Gaza, un fatto che ha ricevuto condanna anche da chi ancora non aveva espresso condanna per i bombardamenti israeliani. Uganda, Somalia, Etiopia, così come i governi dei Paesi in Africa occidentale, hanno condannato il bombardamento dell’al-Ahli e, in generale, i raid su Gaza.
Tuttavia, si nota anche un certo scarto tra alcune posizioni ufficiali dei governi e la realtà oggettiva: l’Egitto ad esempio, pur esprimendo solidarietà ai gazawi e condannando Israele, si è detto non disponibile ad accogliere i 2,5 milioni di rifugiati che potrebbero entrare dal valico di Rafah: “L’Europa si lamenta della migrazione di poche migliaia di persone, mentre ci viene chiesto se possiamo accogliere 2,5 milioni di palestinesi da Gaza” ha detto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ieri alla Bbc rispondendo ad una domanda sugli “appelli a spostare i palestinesi verso il territorio egiziano”.
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