La miniera d’oro di Bilali Koto, nel comune di Dabia, regione di Kéniéba, nel Mali occidentale, ha subito un crollo importante sabato sera, che ha provocato la morte di decine di minatori e l’intrappolamento di altrettanti loro colleghi sotto le macerie. Secondo le autorità locali la maggior parte di loro sono donne. Dall’inizio dell’anno questo è il secondo incidente di questo tipo nel paese francofono dell’Africa occidentale, che è uno dei tre principali produttori di oro d’Africa.
Non è ancora chiaro se il sito minerario fosse totalmente informale o se operasse legalmente: il prefetto di Kenieba, Mohamed Dicko, ha detto domenica sera alla tv di Stato maliana che “il bilancio delle vittime di 42 dovrebbe essere definitivo”.
Secondo il leader della comunità locale Falaye Sissoko “l’incidente è avvenuto sabato. È stata una frana in un sito gestito da cinesi”.
Ieri sera le autorità locali hanno fatto sapere che le operazioni di soccorso erano ancora in corso, con i servizi di emergenza e i volontari impegnati a estrarre i sopravvissuti dalle macerie. Tuttavia, la posizione remota e la natura del disastro stanno rendendo difficili gli sforzi di soccorso.
Questa tragedia evidenzia nuovamente i pericoli associati all’attività mineraria informale, in particolare quando viene svolta in condizioni non regolamentate e pericolose: il Mali, uno dei principali produttori di oro in Africa, ha assistito a un’impennata di tali attività minerarie informali, dove spesso vi sono incidenti dovuti alla mancanza di misure di sicurezza. Il 29 gennaio, una frana ha ucciso diversi minatori, per lo più donne, nella regione di Koulikoro, nel sud del paese. Nel gennaio dell’anno scorso una miniera d’oro informale vicino a Bamako è crollata uccidendo più di 70 persone. Si stima che l’estrazione artigianale dell’oro produca circa 30 tonnellate di oro all’anno e rappresenti il 6% della produzione annuale di oro del Mali.
L’oro attrae grandi gruppi stranieri che lavorano con autorizzazione ufficiale, ma anche operatori informali provenienti da tutta la regione che rivendono poi l’oro sottocosto, un fenomeno le autorità faticano a frenare.