Il Kenya prevede di limitare l’esportazione di diverse risorse minerarie allo stato grezzo per promuovere la trasformazione locale e massimizzare i ricavi del settore minerario, secondo quanto riferito dal ministero delle Miniere, dell’Economia Blu e degli Affari Marittimi.
L’oro, le pietre preziose e il granito saranno i primi minerali soggetti a questa restrizione, e potranno essere esportati solo dopo essere stati sottoposti a processi di trasformazione e trattamento.
La più grande economia dell’Africa orientale ha già siglato accordi con investitori privati per costruire una raffineria d’oro nel contea di Kakamega (ovest) e una fabbrica di trattamento del granito nella vicina contea di Vihiga, in preparazione al cambiamento della politica di esportazione dei prodotti minerari.
“La costruzione degli impianti di trattamento dell’oro e del granito dovrebbe essere completata a metà del 2025,” ha dichiarato Elijah Mwangi, segretario di Stato per le Miniere, alla stampa locale, aggiungendo che il governo ha anche acquistato attrezzature moderne per far funzionare un centro di trattamento delle pietre preziose.
Mwangi ha sottolineato che la nuova politica, orientata alla trasformazione locale, mira a migliorare le condizioni di vita delle comunità che vivono nelle regioni minerarie, evidenziando che l’obiettivo è garantire che i minerali estratti in Kenya beneficino il popolo keniano.
Oltre a oro, pietre preziose e granito, il Kenya possiede riserve di sabbie minerali, titanio, carbonato di sodio, rame, coltan, niobio, manganese e terre rare, risorse che rimangono ancora sottoutilizzate, limitando il contributo del settore minerario al Pil del Paese all’1%.