Nove minatori sono stati tratti in salvo, ancora in vita, da una miniera d’oro inondata d’acqua nello Zimbabwe. L’incidente era avvenuto nella notte di martedì nel distretto di Battlefields, nella provincia del Mashonaland West, quando la parete di una diga nelle vicinanze è crollata per le forti piogge e l’acqua ha inondato le gallerie. Nelle miniere di Silver Moon e Cricket, situate a Kadoma, circa 140 chilometri a sud ovest della capitale Harare c’erano una settantina di minatori che lavoravano.
Le due miniere di proprietà del gruppo RioZim, che hanno tre pozzi collegati a circa 230 metri di profondità con diverse gallerie, sono dismesse da tempo ma vengono sfruttate abusivamente da minatori illegali.
Sempre venerdì le autorità avevano confermato la morte di almeno 23 minatori, ma questo salvataggio inaspettato ha riacceso la speranza di trovare altre persone ancora in vita. Secondo le autorità però, il numero di persone rimaste intrappolate potrebbe essere il doppio rispetto a quelle stimate inizialmente (forse 60 o 70 persone).
Il governo del presidente Emmerson Mnangagwa ha proclamato la tragedia “disastro di Stato” e dunque i parenti delle vittime riceveranno un aiuto finanziario per seppellire i loro cari.
Lo Zimbabwe è ricco di risorse minerarie, tra cui platino, diamanti, oro, carbone e rame. Come molti altri paesi africani deve affrontare il problema dei minatori illegali che lavorano in condizioni estremamente pericolose. Eppure proprio dall’attività informale di queste persone è dipeso circa il 60% delle 33 tonnellate di oro prodotte nel paese nel 2018 secondo le stime. A causa della grave crisi economica attraversata dal paese sono invece le grandi compagnie ad essere in difficoltà, per via della carenza di dollari e della conseguente scarsità di rifornimenti che ostacola la loro capacità di espansione.