L’Italia scommette sull’Africa. Parola di Gentiloni che, da domenica 26 novembre, sta conducendo un tour nel continente che ha già toccato Tunisia e Angola e, nei prossimi giorni, farà tappa in Ghana e Costa d’Avorio (dove parteciperà al vertice Ue-Africa di Abidjan).
«L’interscambio tra Italia e Africa può crescere molto – ha detto il premier italiano, parlando in una conferenza stampa congiunta con l’omologo angolano Joao Lourenco -. Attualmente, abbiamo un interscambio di 34 miliardi di euro. Ma i margini di crescita sono elevati. Lo scorso anno, con quasi 12 miliardi, l’Italia è stato terzo investitore a livello mondiale e primo investitore europeo in Africa subsahariana». Secondo Gentiloni il futuro dell’Europa si gioca anche in Africa: «Ciò è molto chiaro, soprattutto a noi italiani, per ragioni storiche e geografiche. In termini pratici, ciò deve tradursi in un rafforzamento dei programmi di investimenti, da associare ai nostri storici interventi di cooperazione».
In questo contesto, l’Angola è una nazione strategica per l’Italia soprattutto in campo energetico. In Angola, Eni, la società italiana di idrocarburi, è presente dal 1980. Qui ha avviato un’attività di esplorazione e sviluppo che si è concentrata nell’offshore convenzionale e profondo per una superficie complessiva sviluppata e non sviluppata di 21.489 chilometri quadrati, di cui 4.442 in quota Eni.
Negli anni, l’Angola è diventato il terzo partner commerciale dell’Italia tra i Paesi dell’Africa sub-sahariana, dopo Sudafrica e Nigeria. Nel 2015, Luanda e Roma hanno firmato un protocollo d’intesa per le consultazioni tra le due istituzioni governative durante la visita in Italia dell’ex capo dello Stato José Eduardo dos Santos. Il predecessore di Gentiloni, Matteo Renzi, è stato il primo capo del governo italiano a visitare l’Angola.