Secondo il quotidiano francese Libération, diversi cittadini francesi e non solo avrebbero ottenuto a Parigi un passaporto diplomatico che li identificava come consiglieri della Guinea Bissau presso l’Unesco, consentendo loro di muoversi senza controlli negli aeroporti e senza restrizioni rispetto alla quantità di valuta trasportabile.
Per acquistare il documento, che non garantiva tuttavia l’immunità diplomatica, queste persone avrebbero pagato somme comprese tra i 50.000 e i 200.000 euro. L’acquisto, configurato come una donazione per la Guinea Bissau, veniva perfezionato attraverso un’organizzazione non governativa in un ufficio vicino agli Champs-Elysées.
A gestire le vendite sarebbe stato un uomo d’affari maliano, legato alla massoneria e in contatto con “una persona vicina a un figlio di un ex presidente” della Guinea Bissau, riferisce l’agenzia Lusa.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha confermato al quotidiano che nessuno dei nomi oggetto dell’inchiesta è stato accreditato presso questa istituzione come parte della delegazione della Guinea Bissau. L’ambasciata della Guinea Bissau a Parigi ha smentito dal canto suo la ricostruzione, affermando “non si può comprare il passaporto” della Guinea Bissau.
In un comunicato successivamente inviato alla stampa, il ministero degli Esteri guineano chiarisce che “il caso citato nella notizia risale al 2017, quindi, non è avvenuto durante l’esercizio di questo governo” e che “lo stesso articolo si riferisce ad atti che hanno avuto luogo nei mesi di febbraio e marzo del 2018”. Il ministro ha comunque definito “grave” la notizia della falsificazione di passaporti guineani in Francia e ha sottolineato che sta seguendo gli sforzi delle autorità francesi.
Nella stessa nota, le autorità di Bissau riconoscono che “il fenomeno della contraffazione e falsificazione dei documenti di identità e di viaggio costituisce una delle maggiori sfide per gli Stati” e sottolineano che “la suddetta notizia non fa che confermare la rilevanza delle misure adottate da l’attuale Governo”. Il riferimento è alla emanazione di quattro nuove tipologie di passaporti sotto l’egida Ecowas/Cedeao cominciata questo lunedì e annunciata con enfasi dalla ministra degli Esteri Suzi Barbosa. Presentando i nuovi passaporti, la ministra li ha definiti “i più sicuri al mondo”. Le quattro tipologie designate Ecowas sono: ordinario (per i comuni cittadini); di servizio (per i dipendenti pubblici); diplomatici; speciali.
Le indagini sono in corso e gli elementi da accertare sono ancora tanti. Un dato evidente però, emerso dall’inchiesta di Libération, che porta la firma di Laurent Léger, è che oggi nessuno può controllare esattamente cosa fa un governo in un’organizzazione internazionale come Unesco.
(Stefania Ragusa)