In un’intervista esclusiva con France 24 e Rfi di questa mattina, Patrice Talon, il presidente del Benin appena rieletto con più dell’86% dei voti al primo turno, nega che l’elezione fosse scontata: ha infatti definito il punteggio ottenuto come “un voto di sostegno”, legato alla bassa affluenza. L’altra spiegazione secondo lui è “il clima di tensione e violenza creato da coloro che hanno cercato di far deragliare il processo elettorale”.
Patrice Talon ha infatti sostenuto, ai microfoni delle emittenti francesi, che alcune frange dell’opposizione, da lui definiti “predatori”, hanno fatto di tutto perché le elezioni presidenziali non si svolgessero, e hanno cercato di destabilizzare il potere per rovesciarlo. Il presidente ha anche negato di aver liquidato i potenziali rivali costringendoli all’esilio o mettendoli in prigione, oltre a escludere qualsiasi amnistia o perdono per questi oppositori.
Talon ha anche toccato la questione dell’oppositrice Reckya Madougou: “non è un segreto che abbia ricevuto fondi dai capi di stato vicini per la sua campagna elettorale, rifiutando di nominarli”.
Patrice Talon ha anche rifiutato fermamente qualsiasi presunta intenzione di cambiare la Costituzione per ottenere un terzo mandato.