Il presidente Paul Kagame ha prestato giuramento ieri come capo dello Stato del Ruanda, iniziando il suo nuovo mandato quinquennale (2024-2029) davanti a decine di migliaia di ruandesi e ospiti internazionali allo stadio Amahoro, nella capitale Kigali.
La cerimonia di insediamento, tenutasi quasi tre settimane dopo la schiacciante vittoria di Kagame alle elezioni del 15 luglio, ha visto il presidente uscente ottenere oltre il 99% dei voti espressi.
Lo stadio da 45.000 posti era gremito, con la presenza di partecipanti tra cui leader di vari Paesi: 22 capi di Stato, quattro vicepresidenti, due Primi ministri, un vice Primo ministro, due presidenti del parlamento e cinque leader di organizzazioni internazionali e regionali. Alla cerimonia è stata notata dalla stampa locale la partecipazione del presidente dell’Angola Joao Lourenço, mediatore dell’accordo di cessate il fuoco in Repubblica Democratica del Congo raggiunto qualche settimana fa. Il Ruanda è accusato dalle autorità della Rdc di alimentare l’instabilità nella parte orientale del vicino Paese combattendo a fianco della ribellione dell’M23.
Il capo della Corte supreme Faustin Nteziryayo ha pronunciato il giuramento presidenziale, durante il quale Kagame ha giurato lealtà al Paese, la difesa della Costituzione e delle leggi, l’adempimento delle sue responsabilità, la preservazione della pace e della sovranità nazionale e il consolidamento dell’unità nazionale. Ha giurato di non usare i suoi poteri per guadagno personale, ma di servire gli interessi di tutti i ruandesi.
Dopo il giuramento, il giudice Nteziryayo ha formalmente confermato l’elezione di Kagame, citando il rispetto di tutti i requisiti legali previsti dall’articolo 102 della Costituzione.
Inoltre, il capo di Stato maggiore della Difesa delle Rdf, generale Mubarakh Muganga, gli ha conferito uno scudo e una spada, simboli della difesa nazionale, segnando l’inizio ufficiale del suo nuovo mandato come capo dello Stato e comandante in capo delle forze armate.
Questo mandato segna la prima volta in cui Kagame ricoprirà un mandato di cinque anni, in seguito alla revisione della Costituzione ruandese del 2017. In effetti, dopo aver raggiunto il limite di due mandati di sette anni, ha potuto ricandidarsi nel 2017, grazie a una controversa revisione costituzionale del 2015 che stabilisce il mandato di cinque anni, mantenendo un massimo di due mandati. Questa riforma potrebbe consentirgli di restare al potere in Ruanda fino al 2034.
Paul Kagame è l’uomo forte del Ruanda da quando, nel luglio del 1994, ha rovesciato il Fronte Patriottico Ruandese (Rpf), il governo estremista hutu istigatore del genocidio che, secondo l’Onu, causò la morte di oltre 800.000 persone di minoranza tutsi.