Alcuni agenti di polizia keniani sono stati puniti per le modalità con cui hanno represso la manifestazione femminista tenutasi la settimana scorsa a Nairobi.
I vertici della polizia keniana hanno infatti annunciato, lunedì sera, il trasferimento di due comandanti incaricati di mantenere l’ordine pubblico quel giorno, una decisione che le organizzazioni per i diritti umani hanno accolto con favore. Secondo Douglas Kanja, capo della polizia nazionale citato dai media locali, gli agenti puniti sono oggetto di un’indagine da parte dell’ispettorato generale: sarebbero direttamente responsabili della repressione e degli arresti del 10 novembre, un’uso della forza spropositato che ha suscitato la reazione indignata del capo di gabinetto del ministero degli Interni, Raymond Omollo.
In una nota stampa, Amnesty international e la Kenya law society hanno espresso il loro favore ma anche stigmatizzato il sistema di repressione del Kenya, ricordando che il Paese è ancora lontano “dall’affrontare i problemi sistemici che rendono possibili questi abusi”. Le organizzazioni per i diritti umani in effetti chiedono in particolare procedimenti giudiziari contro i responsabili della repressione e una profonda riforma dei metodi di mantenimento dell’ordine pubblico in Kenya.