Il signore della guerra liberiano Prince Johnson, divenuto una figura molto controversa nella politica nazionale quando è stato eletto senatore, è morto questa mattina all’età di 75 anni. Lo riporta FrontPage Africa online, quotidiano liberiano, che spiega che Johnson è caduto in bagno mentre faceva la doccia, battendo la testa ed entrando in coma. Trasferito in ospedale Hope for women hospital di Paynesville, è stato dichiarato morto al suo arrivo.
Prince Johnson è un ex leader ribelle ed ex signore della guerra del Fronte patriottico nazionale della Liberia e la sua figura è diventata famosa in tutto il mondo per la cattura e soprattutto il brutale omicidio dell’ex presidente Samuel Doe. Durante la prima guerra civile liberiana Johnson divenne tristemente famoso per le crudeltà commesse da lui e dai suoi uomini. Il fatto più eclatante fu la cattura e l’uccisione di Doe, di cui Johnson era stato sostenitore. Doe fu preso con la forza il 9 settembre 1990 mentre faceva una visita al porto di Monrovia, attirato in una trappola dai ribelli del Fronte patriottico. In un video girato quel giorno, e diventato famoso in tutto il mondo, Doe viene picchiato e malmenato, durante un interrogatorio fattogli da Johnson in persona, che beve birra (numerose lattine di Budweiser) e indossa un uniforme militare. Nel video, Johnson lo picchia e lo prende a calci e infine ordina ai suoi uomini prima di tagliare le orecchie di Doe, prima di ucciderlo.
Dopo la morte di Doe, Johnson si autoproclamò presidente ma in pochi giorni i ribelli, compresi i suoi uomini, passarono dalla parte di Charles Taylor e Johnson fu costretto a fuggire in Nigeria per evitare di essere ucciso, ragione per cui non prese parte, almeno direttamente, alla seconda guerra civile liberiana.
Presentatosi alle elezioni nel 2005, è stato eletto senatore per la Contea di Nimba, dove è nato e dove ha la sua base elettorale. Quell’anno fu eletta presidentessa Ellen Johnson Sirleaf, che creò la Commissione per la riconciliazione che, a sua volta, incluse Johnson in una lista di 50 persone che avrebbero dovuto essere escluse da ogni ruolo politico e istituzionale per via delle atrocità commesse nel periodo bellico. Un’esclusione mai avvenuta: addirittura, Johnson avrebbe avuto un ruolo chiave nell’elezione dell’attuale presidente, Joseph Boakai, grazie alla sua influenza nella contea di Nimba, dove l’attuale capo di Stato ha ottenuto più del 74% dei voti. La morte di Johnson pone fine a un’eredità segnata dal suo ruolo nelle guerre civili e dalla sua influenza politica.
Foto: Afp