Alle 4:30 del mattino di ieri, giovedì 22 agosto, gli ufficiali della Liberia drug enforcement agency (Ldea) hanno fatto irruzione presso gli uffici della sede centrale del Congress for democratic charge (Cdc, il partito dell’ex-presidente George Weah, nella foto, sconfitto alle ultime elezioni) a Monrovia, nel quartiere di Congo town, per effettuare un raid contro presunti spacciatori di droga. In seguito al blitz, sono esplosi violentissimi scontri tra la polizia, in tenuta antisommossa, e i sostenitori del Cdc: diversi filmati mostrano sostenitori del partito trattenuti con la forza dalla polizia, che lancia gas lacrimogeni contro le persone sparando ad altezza uomo. In un video la polizia trascina un uomo fuori dalla sede centrale del partito, in mezzo a dense nuvole di gas lacrimogeni.
L’ex presidente George Weah, in una dichiarazione rilasciata a Front page Africa online, ha manifestato il suo shock e espresso sgomento per quella che ha definito una “decisione della polizia”, ovvero di aprire il fuoco su civili innocenti: “Perché aprire il fuoco su civili innocenti? Hanno iniziato ad attaccare già alle 2 di notte”, ha detto l’ex presidente Weah. “Questa non è buona governance. Siamo una nazione di governo e legge. Questo deve finire. Chiediamo risposte”.
Il segretario generale del Cdc, Jefferson Koijee, è intervenuto su Facebook ieri mattina, con un post in cui ha scritto che l’irruzione della polizia ha “causato panico e caos tra i cittadini e i sostenitori all’interno e nei pressi della sede centrale del partito. Stiamo richiamando immediatamente l’attenzione della Cedeao, dell’Unione africana, della comunità internazionale, del popolo liberiano” per denunciare quella che è stata definita “un’azione senza scrupoli dell’amministrazione Boakai, che mira a interrompere la nostra pace duramente guadagnata”.
Secondo Front page Africa il ministero della Giustizia ha richiesto un mandato di perquisizione e sequestro anche per la residenza privata di George Weah ma la Corte suprema non avrebbe ancora deciso in merito. Tutto nasce dal cosiddetto “caso Gracious Ride”: la task force anticorruzione istituita dal presidente Boakai per identificare e recuperare i beni governativi rubati e acquisiti tramite corruzione dalle precedenti amministrazioni, lo scorso 1 aprile, è infatti comparsa nella prima udienza contro Gracious Ride, società di trasporto con una importante flotta di taxi e mototaxi, che sarebbe di proprietà di Finda Bundoo, ex-capo del protocollo presidenziale durante l’amministrazione Weah. La flotta di Gracious Ride sarebbe in realtà costituita con beni di proprietà pubblica. Il caso di questa società ha messo in difficoltà la task force governativa, che si è vista bloccare più volte nelle sue attività da ordinanze dei tribunali per l’effetto dei ricorsi della società di trasporti: Gracious Ride infatti ha messo in dubbio la legittimità stessa della task force e l’esito di questo caso potrebbe avere implicazioni di vasta portata per il processo di recupero dei beni e la più ampia lotta alla corruzione in Liberia.