In una votazione segnata da una affluenza alle urne definita “storicamente bassa” dai media locali, i primi risultati non ufficiali mostrano come previsto tra i due candidati principali alle presidenziali keniani, il vice-presidente uscente William Ruto e Raila Odinga.
Secondo i dati provvisori resi noti dalla Commissione elettorale indipendente (IEBC), poco prima della chiusura delle urne erano stati circa 12 milioni i cittadini che si erano recati alle urne per votare su un totale di 22 milioni di iscritti alle liste elettorali, pari a un tasso d’affluenza del 56%. L’affluenza alle urne era stata di quasi l’80% nelle ultime elezioni del 2017. Dai media locali si apprende che diversi fattori sono stati imputati per la deludente affluenza tra cui la siccità nel nord del Paese e la frustrazione degli elettori per l’incapacità del governo di affrontare i problemi economici, come l’aumento dei prezzi di cibo e carburante.
I cittadini keniani sono stati chiamati al voto in 46.229 seggi per scegliere chi dovrà ricoprire 1.882 cariche elettive, tra cui il presidente, i governatori, i senatori, i rappresentanti delle donne, il Parlamento e i rappresentanti delle circoscrizioni.
Le elezioni si sono svolte in un clima di calma, senza nessun particolare incidente da segnalare. Durante il giorno del voto sono state comunque vietate le manifestazioni in diverse contee del Paese, in particolare nella regione della Rift Valley, per impedire di disturbare il regolare svolgimento dell’esercizio di voto.
In quattro località – nelle contee di Mombasa e Kakamega e nelle circoscrizioni di Pokot Sud e Kacheliba – è stata sospesa invece la votazione delle elezioni governatoriali e legislative a seguito di un errore nella stampa delle schede elettorali e riconvocate per le prossime settimane.
Il conteggio delle schede è iniziato subito dopo la chiusura delle elezioni con la raccolta delle preferenze per le presidenziali. L’agenzia elettorale ha sette giorni di tempo per dichiarare il vincitore dello scrutinio. Da tenere conto è anche il fatto che al voto partecipano anche gli elettori della diaspora di una dozzina di Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Germania, Sud Sudan, Uganda, Tanzania, Ruanda, Burundi e Sudafrica. Secondo i funzionari dell’IEBC citati dai media locali, gli elettori dovranno aspettare diverse ore o giorni prima di conoscere i risultati finali, a causa dei “problemi logistici e del rigido processo di verifica”.
Per succedere al presidente Uhuru Kenyatta, i candidati presidenziali devono ottenere più della metà dei voti validi espressi e almeno un quarto delle schede scrutinate in metà delle 47 contee del Kenya. Se nessun candidato raggiunge questa soglia, entro 30 giorni si terranno nuove elezioni in cui il vincitore si scontrerà con il secondo classificato.