Ennesimo segnale del deteriorarsi delle condizioni di libertà di stampa e di pensiero in Tanzania: il governo ha sospeso per un mese i siti on line e tutti i social media della più grande media house della nazione, dopo che uno dei suoi quotidiani The Citizen (giornale in edizione inglese seguito on line in tutto il mondo) ha pubblicato una vignetta animata che allude ai recenti misteriosi rapimenti di persone ree di esprimere posizioni critiche nei confronti della presidente Samia Suluhu Hassan.
La clip mostra un cartone animato di una figura somigliante al Presidente Samia, seduta alla sua scrivania, che cambia espressione ogni volta che vengono mostrate le misteriose sparizioni di persone avvenute in queste settimane.
Il contenuto pubblicato “ridicolizza e danneggia l’unità nazionale e la pace sociale della Repubblica Unita”, si legge in una dichiarazione Tanzania Communications Regulatory Authority (TCRA).
La sanzione contro il più importante editore del paese è senza precedenti poiché sono stati oscurati siti e social anche dei giornali del gruppo che non avevano nulla a che fare con la vignetta incriminata, Tra questi il Mwananchi, che pubblica contenuti in lingua swahili, e Mwanaspoti, che si occupa esclusivamente di notizie sportive.
Il provvedimento è arrivato nonostante The Citizen abbia subito rimosso la clip virale, spiegando il contenuto poteva essere male interpretato.
“Abbiamo deciso di rimuovere l’animazione condivisa il 1 ottobre 2024, dalle nostre piattaforme (X e Instagram), in quanto essa ha descritto eventi che hanno sollevato preoccupazioni per quanto riguarda la sicurezza delle persone in Tanzania. La nostra decisione di rimuovere l’animazione deriva dall’errata interpretazione che ha generato, che diverge dal nostro intento originale”, si legge nella dichiarazione di The Citizen, firmata dal suo Managing Editor Mpoki Thomson.
Nell’aprile 2020 l’autorità di censura del paese – Tanzania Communications Regulatory Authority (TCRA)- avevano sospeso addirittura per 6 mesi The Citizen a causa di presunti contenuti falsi pubblicati sui social media, non anche tutte le altre testate dell’editore.
Ma quelli erano i tempi del Covid e del regime autoritario di Magufuli. La sospensione ebbe infatti un impatto significativo sulla libertà di stampa in Tanzania, contribuendo a un clima di paura tra i giornalisti e i media. Tempi che con il “nuovo corso” di Samia Suluhu Hassan sarebbero dovuti diventare presto un passato da dimenticare.
Samia Hassan, la prima leader donna della Tanzania, quando è entrata in carica nel 2021 aveva promesso infatti di rompere con le derive autocratiche del precedente “presidente”.
Recentemente alla formale e semplice “espressione di preoccupazione” di alcune Ambasciate Europee e di quella Americana sul misterioso omicidio di Ali Mohamed Kibao, – ex leader del Chadema, rapito da uomini armati e il cui corpo mutilato è stato scoperto abbandonato a Dar es Salaam l’8 settembre – la presidente Samia ha risposto a muso duro “Non siamo qui per sentirci dire come governare il nostro Paese”.
Da settembre, a pochi mesi dalle elezioni regionali del prossimo 24 novembre le autorità hanno arrestato tre leader dell’opposizione e hanno vietato alle agenzie di stampa locali di coprire le attività antigovernative
Chadema, il maggior partito di opposizione, ha avvertito che l’attuale atteggiamento delle istituzioni- dopo un primo periodo di aperture e di promesse da parte di Samia Hassan -segna un potenziale ritorno al dominio repressivo visto sotto Magufuli.
“Non sappiamo esattamente quale messaggio vogliono mandarci, o se stanno cercando di creare un clima di terrore tra le persone in modo che, alle prossime elezioni del governo locale, i nostri membri non partecipino per paura”, ha detto John Mrema, direttore delle comunicazioni e degli affari esteri per il partito Chadema al New York Times. Di fatto da ieri per un mese in Tanzania verrà “silenziata” ogni notizia on line compresa ovviamente l’informazione sulle prossime elezioni regionali.