La maratoneta keniana Ruth Chepngetich ha stabilito ieri, alla maratona di Chicago negli Stati Uniti, il nuovo record del mondo femminile di maratona, chiudendo in 2:09:57 e abbassando di due minuti il precedente record detenuto dall’etiope Tigst Assefa.
Attualmente entrambi i record del mondo di maratona appartengono ad atleti del Kenya: il record maschile infatti è ancora di Kelvin Kiptum, che ha stabilito il record l’anno scorso ma è poi morto in un’incidente stradale all’inizio di quest’anno. Aveva 24 anni. Chepngetich, prima di iniziare la corsa, aveva dichiarato alla stampa keniana che avrebbe dedicato la corsa alla memoria proprio di Kiptum e, dopo la gara, ha rivolto nuovamente il suo pensiero proprio al campione morto pochi mesi fa. “Questo record mondiale lo dedico a Kelvin Kiptum, perché forse avrebbe potuto difendere il suo titolo e di nuovo raggiungere un record mondiale”, ha detto l’atleta.
Tuttavia, nonostante i risultati, l’atletica keniana sta attraversando un periodo molto difficile: il Paese infatti rischia di essere dichiarato inadempiente dall’Agenzia mondiale antidoping (Wada), dopo che il governo ha tagliato drasticamente i fondi al bilancio dell’Agenzia antidoping del Kenya (Adak) per l’anno finanziario 2024/25: “Corriamo il rischio di non poter ospitare o inviare nessuno dei nostri sportivi alle competizioni internazionali perché l’Agenzia non è in grado di svolgere le sue normali attività di test sia in gara che fuori dalla gara”, dichiarò a metà settembre il presidente dell’Adak, Daniel Makdwallo, in una conferenza stampa a Nairobi.
Negli ultimi tre anni, l’Agenzia keniana ha sanzionato 78 atleti locali per violazioni delle norme antidoping, in uno sforzo elogiato sia dalla Wada che dall’organismo di controllo antidoping della World athletics, l’Athletic integrity unit (Aiu). Il Kenya è stato inserito nella categoria A della Wada nel 2017, il che significa che il Paese rimane ad alto rischio di doping: tuttavia, va sottolineato che nessun atleta keniano che ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo, ai Campionati del mondo del 2023 e alle recenti Olimpiadi di Parigi 2024 è incorso in violazioni antidoping.