Si chiama Legio Maria. È stata fondata da un ex catechista cattolico, poi scomunicato dalla Chiesa di Roma, autoproclamatosi Messia, inviato da Dio sulla Terra per redimere il mondo.
Indossano tuniche bianche, come fossero angeli caduti sulla Terra. Ogni domenica si radunano dentro chiese di lamiera per dar vita a messe solenni che durano almeno tre ore. In occasione delle festività più importanti del calendario liturgico – come la Pasqua e il Natale (che celebrano due volte all’anno) – trascorrono lunghe notti insonni in segno di devozione. Durante le veglie di preghiera alternano invocazioni a canti sacri e si accodano con candele tremolanti in interminabili processioni guidate dai sacerdoti. All’unisono rivolgono le loro implorazioni corali a Dio, alla Madonna, a Gesù di Nazaret e… a Simeo Ondeto, “il Messia nero inviato da Dio in Africa”. Sono i Legionari di Maria, discepoli della più diffusa Chiesa indipendente del Kenya.
Profezia divina
Legio Maria è un’istituzione cristiana sincretica che affonda le sue radici nella storia e nella mitologia del popolo Luo, gruppo etnico dell’Africa orientale. Si narra che negli anni Cinquanta del secolo scorso un’anziana donna luo, nota col nome di Mama Maria, avesse avuto una visione mistica (il condizionale è d’obbligo, in quanto taluni ritengono che questa donna in realtà non sia mai esistita e sia piuttosto una figura leggendaria): Dio in persona si sarebbe materializzato davanti ai suoi occhi, annunciandole l’invio sulla Terra di un nuovo Messia. Un redentore africano.
Per lungo tempo i Luo hanno vissuto nella trepidante attesa della venuta nella loro comunità del Cristo nero. Negli anni Sessanta del secolo scorso quella profezia sembra avverarsi. Mama Maria riconosce un catechista cattolico, di nome Simeo Ondeto, “figlio di Dio”.
Un Messia nero
Nato nel 1926 da genitori luo, “l’Apostolo di Dio”, come viene chiamato dai suoi seguaci, ex operaio in uno zuccherificio coloniale, all’età di trent’anni decide di consacrarsi all’attività evangelizzatrice come catechista. I suoi genitori cercano di dissuaderlo e, per farlo tornare a casa, cercano di farlo sposare con una coetanea. Ondeto si rifiuta di prendere moglie e si dedica a una vita di solitudine e meditazione.
Comincia a predicare la “parola del Padre”, gira di villaggio in villaggio con la Bibbia sotto braccio, annuncia presagi, rivela “messaggi divini”, dispensa “benedizioni celestiali”, entra in contatto con “gli spiriti”. Nei suoi sermoni mischia le parabole dei Vangeli con superstizioni e credenze della tradizione animista. La sua formazione religiosa deriva dalla predicazione dei missionari con cui è venuto in contatto in gioventù. Ondeto però contesta il ruolo guida dei sacerdoti. Sostiene che, in quanto incarnazione di Dio, può, senza mediazione di alcun religioso, guarire, predicare, pregare per i malati e battezzare chiunque, comprese le persone che non abbiano frequentato il catechismo o le donne che vivono unioni irregolari. Attenuando la rigida morale della dottrina cattolica ottiene facili consensi.
Nel 1959, Ondeto ha già un seguito di più di ventimila fedeli nella provincia di Nyanza (Kenya) e nel distretto di Mara (Tanzania).
Sacrilegi e persecuzioni
La sua fama cresce velocemente, anche perché si diffonde la voce che faccia miracoli. Si dice che abbia resuscitato un morto e abbia guarito un uomo che sanguinava da oltre dieci anni. La gente oramai parla di lui come il nuovo Redentore. I vescovi intervengono senza esitazione per screditare il noto catechista, additandolo come un impostore sacrilego. Espulso dalla Chiesa cattolica, nel 1962 Simeo Ondeto crea la Chiesa missionaria di Legio Maria.
I primi anni sono molto duri. Ondeto e i suoi seguaci vengono perseguitati, maltrattati, persino arrestati con l’accusa di blasfemia. Alcuni muoiono in carcere per i maltrattamenti. Il disprezzo, gli insulti, la derisione pubblica e l’odio però non soffocano il nuovo movimento religioso. Anzi, la fama del Cristo nero continua a crescere, specie negli slum di Nairobi tra le fasce più povere della popolazione. Negli anni Ottanta i fedeli di Legio Maria salgono a quasi 250.000. E il proselitismo dei suoi devoti non si attenua neppure dopo la morte di Ondeto, avvenuta per cause naturali nel 1992.
Boom e scismi
Oggi i legionari di Maria – come vengono chiamati i seguaci, in gran parte di etnia luo – sono stimati in circa quattro milioni. La loro Chiesa ha varcato i confini del Kenya espandendosi in Uganda, Tanzania, Etiopia e Sudan (ci sono piccole comunità persino in Nigeria, Rd Congo e Ruanda). La nuova istituzione religiosa – la cui sede principale si trova nella città keniana di Nyanza – ricalca la struttura piramidale della Chiesa cattolica. Ha un papa, 17 cardinali, 21 arcivescovi, 60 vescovi, 350 preti e 500 diaconi. Come la Chiesa cattolica, anche Legio Maria ha conosciuto scismi. Il primo nel 1968, quando Gaudencia Aoko (una delle prime adepte di Ondeto) fonda una propria Chiesa in seguito alla decisione della gerarchia di non permettere l’ordinazione sacerdotale alle donne. Il secondo avviene nel 2010, quando Romanus On’gombe contesta l’autorità di papa Raphael Titus Otieno (eletto nel 2004 e tuttora in carica) e si autoproclama «legittimo successore alla guida della Chiesa Legio Maria».
Invece di affidare la questione ai teologi, i due Papi si rivolgono per tre volte ai tribunali keniani. Ma la spaccatura non viene risolta ed è tuttora aperta.
Vita senza fine
Al di là delle scissioni, tutti i legionari di Maria credono che Simeo Ondeto sia un autentico Messia, “Figlio di Dio” al pari di Gesù, inviato sulla Terra per salvare l’umanità: per questo celebrano il Natale due volte l’anno (il 25 dicembre e il 10 giugno). Nel culto di Legio Maria ha un’importanza centrale Mama Maria, la madre spirituale di Ondeto. Il luogo di origine e la nascita di questa donna non sono noti. Alcuni studiosi, come già detto, ritengono che Mama Maria sia una figura legata alla mitologia luo. Molti fedeli continuano però a sostenere che sia una persona realmente esistita.
Infine, se i cristiani credono nella resurrezione dei morti, i legionari di Maria credono in una vita senza fine. La vita sarebbe infatti una forma di energia che “i trasforma da stato a stato”. In altre parole, quando un fedele muore, semplicemente passa al successivo stato di vita, che è lo stato spirituale e più duraturo. Ondeto quindi non è risorto (c’è solo una Pasqua!), ma continua a vivere in un altro stato. E i Luo continuano a pregare per lui.
(foto di Fredrik Lerneryd / Afp)