di Silvana Leone
Il 7 aprile 1994 è una data che rimarrà indelebile nella memoria dei ruandesi, e si spera anche di tutti noi. È in questo giorno che, a seguito dell’abbattimento dell’aereo su cui viaggiavano il presidente Habyarimana e il presidente del Burundi, migliaia di miliziani dell’Interahamwe (organo paramilitare) iniziarono a massacrare i tutsi e i dissidenti hutu. Da allora il 7 aprile è la giornata internazionale di riflessione sul genocidio in Ruanda.
La furia omicida delle milizie interhamwe portò, in soli tre mesi, all’uccisione di più di 800.000 tutsi e degli hutu che tentavano di proteggerli. Nel luglio dello stesso anno Paul Kagame (attuale Presidente e figura molto controversa), allora capo dell’esercito del Fronte Patriottico Ruandese, riuscì a entrare a Kigali e a dichiarare ufficialmente finita la guerra.
È inimmaginabile l’inferno che si è scatenato nella quasi totale indifferenza delle Nazioni Unite. Soltanto nel 2004 Kofi Annan, all’epoca dei fatti Capo del Dipartimento per il Peacekeeping, ha riconosciuto che la comunità internazionale è stata colpevole di omissione.
Il fatto che siano passati venti anni non vuol dire che il genocidio sia un lontano ricordo, tutti i ruandesi in qualche modo devono farci i conti quotidianamente, per varie ragioni: perché hanno visto morire i loro cari sotto i loro occhi; perché hanno subito sulla loro pelle le peggiori atrocità; perché sono rimasti orfani; perché sono nati in seguito allo stupro etnico; perché sono stati mutilati; perché hanno contratto il virus dell’AIDS e l’elenco purtroppo potrebbe continuare.
Nonostante tutta questa sofferenza, soprattutto le donne sono state il motore della rinascita del paese. Ovunque hanno costituito gruppi e comitati, dai piccoli villaggi fino alla capitale. La maggior parte di loro sono rimaste sole a causa del genocidio e hanno scelto di riunirsi per aiutarsi reciprocamente e affrontare in maniera collettiva il dolore e i traumi.
“Kwibuka” che in kinyarwanda significa “ricordare”, è la parola usata per riferirsi alla commemorazione annuale del genocidio. Per il ventennale di quest’anno si prevedono una serie di attività ed eventi. Il programma avrà inizio il 7 aprile presso il Kigali Memorial Centre. Ci sarà anche una fiaccola che attraverserà 30 distretti del paese. Il periodo di lutto si concluderà il 4 luglio 2014, il giorno della Liberazione. Tutti i dettagli sul sito: www.kwibuka.rw
Anche in Italia sono in programma varie iniziative. L’associazione Bene Rwanda Onlus organizza a Roma e a Genova due eventi. A Roma il 7 aprile, presso la Sala Protomoteca del Palazzo del Campidoglio e a Genova il 9 aprile presso il Teatro della Gioventù. Per maggiori informazioni su questi eventi: www.benerwanda.org