Paul Rusesabagina, la cui storia ha ispirato il soggetto del film candidato all’Oscar Hotel Ruanda, è “detenuto ingiustamente” dalle autorità ruandesi, secondo quanto stabilito dal Dipartimento di Stato americano, che lo ha comunicato in una nota.
Tale valutazione da parte del dipartimento di Stato “ha tenuto conto della totalità delle circostanze, in particolare della mancanza di garanzie di un equo processo”. Rusesabagina è stato condannato a 25 anni per terrorismo da un tribunale ruandese l’anno scorso, in quello che i suoi sostenitori hanno definito “un processo farsa”: l’uomo infatti avrebbe salvato circa 1.200 persone durante il genocidio dei tutsi del 1994, azioni che hanno ispirato il film Hotel Rwanda e lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Dopo il genocidio Rusesabagina, di etnia hutu, aveva ripiegato all’estero: la sua famiglia sostiene che il governo ruandese lo abbia attirato dal Texas, dove viveva in esilio, in Ruanda, solo per arrestarlo e incarcerarlo.
In una dichiarazione, i familiari di Rusesabagina hanno detto che le condizioni di salute del 67enne si stanno deteriorando e temono che possa morire in prigione. La famiglia ha anche intentato una causa da 400 milioni di dollari contro il Ruanda negli Stati Uniti: Rusesabagina infatti è stato vittima di una extraordinary rendition, arrestato illegalmente dai servizi ruandesi mentre si trovava negli Emirati arabi uniti e trasferito in Rwanda.