Oltre 2.500 scuole sono state distrutte o occupate a causa del conflitto in corso nelle province del Nord Kivu e Sud Kivu, nell’Est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), secondo quanto dichiarato da Raissa Malu, ministra dell’Istruzione nazionale. La crisi ha coinvolto più di 1 milione di studenti, aggravando ulteriormente la già fragile situazione del sistema educativo nel Paese.
“Abbiamo persino dovuto constatare che una scuola sarebbe stata utilizzata come cimitero. Ci sono scuole dove le lavagne sono state distrutte, i banchi bruciati per farne legna da ardere e le porte sono state rimosse”, ha denunciato Malu durante una conferenza stampa.
Il conflitto tra il governo della Rd Congo e i ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) ha provocato massicci spostamenti di popolazione e ha aggravato la crisi umanitaria. Nonostante gli sforzi diplomatici e militari, le tensioni rimangono elevate.
Negli ultimi quattro settimane, 414.000 congolesi sono stati costretti a fuggire nelle province del Nord Kivu e Sud Kivu, dopo che l’M23 ha ordinato agli sfollati nei campi profughi di ritornare nelle loro città di origine, ha riportato ieri l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr).