L’accaparramento di terre da parte di soggetti privati è in aumento in Senegal, anche nelle aree costiere: lo scrive il quotidiano privato Sud Quotidien, che denuncia la spoliazione del demanio pubblico in aree che vanno dal lungomare occidentale di Dakar, al litorale di Guediawaye, passando per il Faro di Mamelles. “I progetti immobiliari si stanno moltiplicando sulle coste e per lo più a danno delle popolazioni. I governi si susseguono, ma gli scandali persistono”, denuncia il giornale, che ricorda un discorso del presidente della Repubblica Macky Sall nel quale aveva detto che il maggior rischio di conflitto era legato alla questione della terra.
Secondo Sud Quotidien, promotori immobiliari, investitori stranieri, autorità politiche, religiose o statali “sequestrano aree eccessive a danno delle popolazioni. Oggi dalla costa emergono diverse costruzioni e talvolta senza alcuna misura delle conseguenze ambientali”.
L’occupazione della costa non è un fenomeno nuovo a Dakar, ma – secondo la stessa fonte – vi hanno fortemente contribuito i progetti di organizzazione del vertice dell’Organizzazione della conferenza islamica nel 2008. Durante la preparazione di questo grande meeting internazionale, è stato pianificato un progetto di sviluppo per la Dakar corniche. Ciò ha comportato, tra l’altro, il programma stradale dell’Agenzia nazionale per l’Organizzazione della conferenza islamica (Anoci) che consisteva nell’allargamento e sviluppo in corsie 2×2 di una strada che parte dal Bloc des Madeleines alla Farmacia des Mamelles attraverso la Moschea della Divinità ma anche la costruzione di cinque infrastrutture alberghiere lungo la costa. “La svendita del demanio pubblico costiero non si è fermata nemmeno durante il regime di Macky Sall”, scrive ancora la testata, ripercorrendo iniziative del predecessore Abdoulaye Wade.
La distruzione e la privatizzazione della costa sono oggetti di critiche. Accademici, ambientalisti, difensori dei diritti umani, associazioni e collettivi per la difesa del litorale e semplici cittadini si sono attivati per denunciare un esproprio del lungomare e chiedere l’interruzione dei lavori.
Tra gli attivisti della battaglia, il collettivo Sos Littoral, o l’architetto Pierre Goudiaby Atepa, che sta conducendo una battaglia per la difesa e la conservazione della costa attraverso la Piattaforma per l’ambiente e la riappropriazione della costa (Perl). Nel 2017 hanno sporto denuncia contro Terrou-Bi, il sindaco di Fann-Pont E e tutti coloro che hanno utilizzato in modo fraudolento i permessi di costruzione.
Di fronte alle molteplici denunce contro la svendita della costa, il presidente Macky Sall aveva chiesto di “raccogliere proposte per salvaguardare ciò che resta” del demanio marittimo. Anzi, aveva chiesto ai ministri competenti delle Finanze e dell’Interno di predisporre un piano globale per lo sviluppo sostenibile e lo sviluppo ottimale del litorale nazionale e assicurare la rigorosa applicazione delle disposizioni del Codice Urbanistico e del codice delle costruzioni.